28.12.19

TitoliDiCoda

Ogni ordine è un atto di equilibrio di estrema precarietà.

(Walter Benjamin)



In una notte quasi qualunque di fine decennio, Blogspost ancora funziona e riesco ad accedere al mio account di CuocaPrecaria. Non era affatto scontato.
Visto che siamo finalmente qui, approfitto per trasmettere un comunicato ufficiale e lasciare qualche domanda senza risposta.
Procediamo per punti, che dicono sia più facile:

1. Dato che l'ultimo post pubblicato risale al 2014, mi sento di poter affermare con una certa tranquillità che il blog cuocaprecaria.blogspot.com è ufficialmente deceduto.
Io, cioè l’ex CuocaPrecaria, cioè l'autrice, invece, no. Oddio, non è che chissà quanto sia viva, però insomma, neanche morta dai. E pure questa informazione era giusto trasmetterla, se non altro per dovere di cronaca.
Devo tra l'altro confessare che dal 2014 sono successe un sacco di cose nella mia vita - come in quella di tutti, immagino, visto che insomma stiamo parlando di (quasi) 6 anni fa - ma erano cose davvero difficili da riportare e sintetizzare nello stile scanzonato di CP ed è per questo che mi sono spesso chiesta se riprendere, e come e soprattutto dove, dato che Blogspost non si può proprio più vedere, mamma mia.
Ma ancora di più mi sono chiesta se sono ancora CuocaPrecaria e se ho ancora quella voce. Ora che più che di lavoretti e di inquietudini da trentenni precari posso parlare dell’avvicinarsi della crisi di mezza età (che paura!), dei dolori articolari e dei sogni, ancora purtroppo lontani, di pensione, che ci faccio con la mia anima da CuocaPrecaria?
E su questa marzulliana questione mi sono sempre arenata, dato che la riflessione successiva era se non sono più CP, che blogger sono, di cosa voglio scrivere, che voce ho? Eccetera, eccetera e ancora eccetera.
E, come è noto, quando la butti sul "chi sono, cosa voglio, eccetera" poi è un attimo che passano 5 anni dall'ultimo post, ti muore il blog e ti ritrovi qui, un giorno quasi qualunque di dicembre, a fare l'autopsia. È ovvio.


Ma passiamo al punto
2. Devo fare un funerale? Cioè, che faccio con CuocaPrecaria, la lascio qui porella a prendere freddo? Chiudo tutto? Oscuro le pagine? Lo regalo a qualcuno? Lo vendo su WallaPop? Cosa si fa quando ti muore un blog? Anche queste sono riflessioni che quando le cominci a fare poi ti ritrovi che dal 2014 a oggi è n'attimo. Tra l'altro Google ha cominciato a esercitare sulla povera CuocaPrecaria un non richiesto diritto all'oblio per cui ha smesso di indicizzarlo e quindi in sostanza, anche a volermi cercare, non mi troverebbe neanche il mio più affezionato stalker. Io stessa l'altro giorno mi sono googlata perchè cercavo la mia ricetta della soupe à l'oignon e inserendo la frase di ricerca "zuppa di cipolla cuocaprecaria" quel burlone di Big G mi ha messo come sesta tra i risultati, ‘tacci sua.

Questo mi porta al punto
3) Ci ritroviamo con alcune conclusioni da trarre. Una è che Google non può mica fa’ sempre come je pare. In generale, non solo con CuocaPrecaria. L'altra conclusione è in realtà una presa di coscienza ufficiale: ancora non so come procedere con il cadavere di questo mio caro blogghetto né tampoco con il mio eventuale futuro da (ri)blogger. Quindi, mentre prendiamo delle decisioni, senza fretta, ho pensato intanto di depositare in questo post una raccolta, in (dis)ordine sparso, dei post di CP che mi piacciono di più. Perché così se Google non me li vuole far trovare ce li ho già qui belli pronti e perché sono parte non solo dell'autrice ma anche di chi questi post li ha letti, li ha commentati, li ha, un po', vissuti.

E infatti il punto
4) è proprio che ogni volta che ricapito su queste pagine una delle cose che trovo più incredibile è la bellezza di alcuni commenti. CP è stata amata forse più di quanto non si fosse, sul momento, accorta, troppo presa com'era dalla sua vita precaria e da tante altre faccende che viste ora, con la saggezza un po’ inutile che regala il tempo, sembrano davvero poco importanti.

Solo l'amore conta. Come al solito.
Grazie a tutti voi. Per l’amore e per tutto il resto.


RaccoltaPrecaria*

IncantevoliImmobili
PancetteAllaRibalta
MaSoprattuttoNavigatori
DiCaniDiCorseDiAltreAmenità
LookingForPinco
LeParoleCheNonHoDetto
LeRicordanze
LaMeglioGioventú
Numerologia
IlSensoDiCuocaPrecariaPerLaNeve
LostInTranslation(DiOrienteDiParole&DiNostalgie)
CiaoAmoreCiao
MaCuocaPrecariaNonAverPaura
Mano-A-Mano
MeMyself&Pinco(SpecialGuest:LaDeaBendata)
DottoressaJekyll&SignorinaHyde
PerChiSeiBellaRoma?
LeParoleCheNonHoDetto
OhLaLa


*Evidentemente, anche quella della Catalogazione è un'arte che non padroneggio. Ho scoperto oggi di aver pubblicato più di 150 post dal 2007 (!) fino al 2014. Quindi per catalogare dovrei rileggermeli tutti e scegliere un criterio di ordinazione in base al quale poi poter selezionare gli X post che entreranno nella raccolta. Ora voi capirete che 150 post sono un po’ tanti da leggere persino per me chi li ho scritti, e tra l’altro non tutti hanno resistito bene al passare del tempo…

Quindi, di tutti i criteri che si potevano usare per ordinare la RaccoltaPrecaria ho scelto un sempreverde ad cazzum, non seguendo quindi neanche un mero ordine cronologico ma usando solo la buona, vecchia, memoria e sforzandomi di ricordare quali fossero i post che mi sono divertita di più a scrivere (e che mi diverto ora a rileggere), quali quelli che rappresentano un'altra era geologica (quanta tenerezza quel post sull'iscrizione a Facebook!) e quali sono quelli che mi ricordano di alcuni turning point importanti della mia vita, come il mio primo contratto a tempo indeterminato, che dolcezza!

In generale, rileggermi è servito anche a ricordarmi che tutto è molto meno determinato, o determinabile, di quanto non pensasse CP a suo tempo. È servito anche a ricordarmi che invece tutto è precario, non solo il lavoro, ma questo CP lo sapeva fin troppo bene.

6.4.14

PolliniConfusi



Non ci sono più le mezze stagioni. Vivaldi, fosse nato adesso, non faceva primavera, estate... Ne faceva una sola, una sola di strombazzamenti e la chiamava 'Tempo di merda'.
(Luciana Littizzetto) 



È ufficialmente primavera. Spirano venti impollinati, e il sole splende con più convinzione, quando splende. Quando non, piove come se non ci fosse un domani.
Le mezze stagioni mi hanno sempre affascinato, soprattutto per la confusione che generano. C'è chi si lascia entusiasmare dalle prime azalee, scaraventa il cappotto fuori dalla finestra ed esce di casa in maglietta, fischiettando il ritornello di Beatiful Day (U2). Dopo un paio di ore è già raffreddato e con il naso rosso, ma dà la colpa al polline. Alla primavera ci crede ancora, lui. 
Al polo opposto c'è lo sfiduciato, quello che una rondine non fa cambio di stagione e che esce di casa col piumino, sulle note di Maladetta Primavera. Suda talmente tanto che al primo spiraglio di vento si becca una polmonite. Ma dà la colpa alla tramontana del nord. Alla primavera non ci ha mai creduto, lui.
In mezzo ci sono le combinazioni più assurde. Tipo giacca invernale sopra, shorts e infradito sotto (a dire il vero alcuni turisti girano per Barcellona in ciabatte anche a gennaio, ma quella è un'altra storia). Tra le donne va molto il vestitino svolazzante con gli stivali di pelo e altre mescolanze più o meno convincenti fra lana e tulle.
Grande è la confusione sotto il cielo. Ma intanto, è primavera.


Io alla primavera ci credo un sacco. Soprattutto a questa, che chiude un inverno freddo e triste. Faccio il tifo per tutti i fiori, anche quelli un po' storti.
Ma ancora non mi metto la maglietta. Ho deciso che le mezze stagioni non si discutono, si amano. Mi vesto a cipolla, saluto il sole e sorrido un po' di più.


​State bene, godetevi la primavera​
​ e scaraventate il cappotto. Vi raffredderete, ma sarete pieni di entusiasmo.

26.2.14

Coprosofia

 Quando si è nella merda fino al collo non resta che cantare.
(Samuel Beckett)



Ai fedelissimi che ancora passeggiano fra queste trascurate paginette:
sono ancora viva.
Acciaccata, ma viva.

Dove eravamo rimasti? Nel mio ultimo post dicevo sgraziatamente che d'autunno si sta un po' di merda. Siamo quasi a marzo e confermo la diagnosi: trattasi di periodo di merda. Un lungo periodo. Merda sostanziale, per altro, cioè MS. Ahimè, oramai ho accumulato una certa esperienza in materia fecale, tanto da poter filosofeggiare sulla questione. E i risultati delle mie meditazioni sono i seguenti.

Esiste la merda passeggera, che chiameremo MP. Difficile, fastidiosa, inopportuna, la MP ti mette in crisi e hai voglia di piangere e tutto è nero ma poi, puf, a un certo punto va via. E non ti ricordi neanche più perché soffrivi così tanto. MP sono gli accidenti che ti sottopone il destino (quel simpaticone) ma che in modo o nell'altro sono risolvibili, o comunque passibili di miglioramento.
MP sono sfighe transeunti quali, ad esempio, la perdita del lavoro o l'essere mollati dal proprio partner. Eventi traumatici, certo, terribili; ma non definitivi. Il lavoro si può ritrovare, no? Chiaro, ci vuole pazienza - io avevo fatto in tempo ad aprire un blog prima di trovare un impiego che non fosse ridicolo - ma alla fine il lavoro arriva. Quanto alle ferite del cuore, superati i 15 anni a un certo punto capisci che prima o poi si rimarginano. E in effetti è così. Certo, anche quella è un'operazione che richiede tempo, ma se hai il cuore spezzato non puoi permetterti il lusso dell'impazienza.
Problemi, comunque, che il tempo rimette a posto. O se non è il tempo, ci pensi tu, e trovi una soluzione. Oppure ti sposi uno ricco (o una bella ereditiera) e così risolvi in un colpo solo il dramma della disoccupazione e gli spasmi del tuo cuore infranto.

La merda sostanziale è invece tutto quello che riguarda la tua vita in maniera profonda, riguarda le persone a cui vuoi bene, quelle che sono parte fondamentale della tua storia, del tuo mondo di pensare e di essere. Senza entrare in dettagli che non si addicono alla prosa cretina di queste paginette, la MS è quella che ti mette spalle al muro, e non ti da un soluzione. Perché una soluzione, porca zozza, non c'è.
C'è la pazienza, la comprensione che è così che va la vita, l'accettazione. E c'è il dolore. Carrettate di dolore. Dolore da mangiare a colazione, da portare a spasso, da indossare come un vestito. Alla fine ti fa quasi compagnia. Ti fa crescere, sto cacchio di dolore, almeno così dicono.
Sono quindi cresciutissima, cari amici.


Una cosa buona però la fa, la MS. Ed è che rimette in scala la vita. Tutto torna in proporzione. Perché tra le merdine passeggere e i grandi dolori sostanziali impari che tutto il resto non conta proprio niente. Davvero. Tutto il resto sono le piccole incazzature, i capricci, i rimpianti, le frustrazioni. Sono le paranoie inutili, le ansie fondate sul nulla. Sono le beghe del quotidiano, che non valgono la sofferenza. Anzi, se impari a mettere tutto in scala quelle beghe diventano, a modo loro, divertenti. Io comunque ora non ho tempo da perdere con dolori inutili. Perciò sono quasi, paradossalmente, più allegra.
Impari anche che tutto quello che sta in mezzo è la vita. Impari ad assaporare alcuni momenti. Diventi retorica (lo so, oramai scrivo e dico solo cose banali) ma è perché impari ad apprezzare le ovvietà - che non sono poi così ovvie -  e a dare valore alle piccole cose. A dare valore alle persone che sanno accogliere un pezzetto del tuo dolore, e farne qualcosa, una cosa qualunque, anche guardarti imbarazzati quando scoppi a piangere. Ma rimangono lì, a farti piangere.
Impari a (ri)dare valore a un sorriso. Il mio, quando sbuca faticosamente dalla coltre di dolore, e quello di chiunque altro mi voglia sorridere. E tanto mi basta.

Abbiate cura delle piccole cose, e di voi. E sorridete di più.





21.10.13

Solcati

Si sta come
d'autunno
si sta in genere:
un po' di merda


Perdonatemi i lunghi mesi di silenzio, e perdonatemi anche questo sgraziato ritorno. Ma è un periodo, quest'ultimo, solcato da lunghi strazi.
Passerà. E il dolore ci renderà più forti. Forse. Un giorno.
Intanto è autunno.

Fate i bravi.

.

1.5.13

DialoghiDaAscensore


Ogni giorno leggo la "Forbes list" della gente più ricca d'America. Se non sono nell'elenco, vado a lavorare.
(Robert Orben)


Ciao gente,
non so bene cosa ci faccio qui, visto che oramai aggiorno questo blog ogni morte di Papa. 
E considerando che ultimamente i Papi hanno deciso che lavorare fino all'ultimo respiro è fuori moda (e non hanno tutti i torti, forse), capirete che la mia cadenza di update è veramente sporadica.
Ma insomma, oggi è il Primo Maggio e non potevo non scrivere qualcosa per i pochi romantici che ancora passano da queste parti, e per i molti precari che ignorano il mio blog ma sono precari lo stesso, e sempre di più.

8.3.13

C'èSempreUnDopo



One’s destination is never a place, but a new way of seeing things.
(Henry Miller)






Oggi sono 3 anni che vivo a Barcellona.
Sono passati quindi 1095 giorni da quando salutavo Nano per l'ultima volta e poco meno da quando raccontavo del mio arrivo qui, in una Barcellona incredibilmente innevata.




Potrei dire che questi 1095 giorni sono volati, ma quali giorni non volano?
Alcuni volano di più, è vero. E se penso che sono già passati 3 anni da quando sono atterrata qui mi viene un colpo. Ma non è, solo, il loro essere "volatili" che rende speciali questi 1095 giorni.

Quello che li rende speciali è che sono sempre un personale "day after", un Checkpoint Charlie, un D.C. della mia vita.
Questi giorni sono quello che è successo dopo aver azzerato il contatore, ed essere (ri)partita.
Ecco, oggi siamo a 1095 giorni DOPO.
Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene.



(Sono notoriamente una schiappa in matematica, ho usato la calcolatrice per moltiplicare 365 per 3. Per favore non tirate fuori anni bisestili o altre amenità, che mi fate sballare i calcoli)


27.1.13

GitaAlFaro

La risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto è... 42. Sì, ci ho pensato attentamente è questa, 42. Certo sarebbe stato più semplice se avessi conosciuto la domanda.
(Douglas Adams - Guida galattica per gli autostoppisti)


Ce l'avete voi un sogno ricorrente?
Io sì. Ricorrentissimo. È talmente ricorrente che negli anni si è specializzato, per cui ora esiste in 3 versioni: Bel sogno - Incubo - Madonna che sogno strano che ho fatto.
Ma gli ingredienti sono sempre gli stessi.

31.12.12

TrediciCredici


Tranquilli, non vi lascio prima della fine del 2012 senza il consueto post sull'AnnoCheVerrà.
Alé: siamo sopravvissuti a un'apocalissi, abbiamo superato un anno bisesto e a tratti piuttosto funesto e abbiamo incassato con eleganza la notizia della ri-discesa in campo del Berlusca. Ne sentivamo tutti l'esigenza, grazie Silvio.

4.11.12

IncantevoliImmobili

Home is the nicest word there is.
(Laura Ingalls Wilder)



Occhei ragazzi, è ufficialmente record: non avevo mai fatto passare così tanto tempo senza aggiornare il blog.
Ma cercate di capirmi, sto cercando casa. Il che, giuro, è un impegno full time. Peraltro non retribuito. 

30.8.12

GiveMeFive

E sono ormai convinto da molte lune, dell'inutilità irreversibile del tempo. 
(Rino Gaetano)

Non si direbbe, ma il tempo passa anche per noi.
Oggi, 30 agosto 2012, questo blog compie 5 anni.
Un lustro di CuocaPrecaria. E pensare che 5 anni fa, quando scrivevo il mio primo post, dichiaravo con candore: "sono tremendamente incostante, e non posso assicurare che questo blog sopravviva alla post-holiday blues di questo rovente fine agosto".
(Messaggio per me stessa: datti più di credito, ragazza. Sono passati 5 anni da quel rovente fine agosto e sei ancora qui. Non sei poi così incostante, no?)
Ed eccoci qui, cinque anni dopo. 155 post, 1008 commenti e un numero imprecisato di dichiarazioni prive di fondamento, dopo. 


26.6.12

TheSpoonIsOnTheTable


I rigori li sbagliano soltanto quelli che hanno il coraggio di tirarli.
(Roberto Baggio)

Come la maggior parte delle donne, neanche io seguo un granché il calcio.
Tifo la Roma con entusiasmo prevalentemente territoriale (ner senso che so' de Roma e tifo a Magggica) e solo quando la classifica è rosea. Quando le cose vanno male (cioè la maggior parte delle volte) mi disinteresso olimpicamente della questione e passo a discutere di tacco 12 e dieta Dukan, così come stabilito nella notte dei tempi, quando Super Santos, il dio delle rotondità, diede agli uomini un pallone, una televisione e una pancia su cui poggiare la lattina di birra. E disse loro "altro non ti servirà, per essere felice".
E poi diede alle donne rotondità adipose, distribuite prevalentemente a casaccio, e disse loro "sarai forse rotonda, ma non per questo felice". 

5.6.12

It'sTheEndOfTheWorldAsWeKnowIt




La bellezza salverà il mondo.
(Fedor Dostoevskij)


Sicuro che vuoi perdere il tuo tempo su CuocaPrecaria? Leggere questo post potrebbe essere una delle ultime cose che fai. 
Pare infatti che la profezia dei Maya sulla fine del mondo, prevista per il 21 dicembre di quest'anno, sia stata anticipata al 5 giugno 2012. Cioè oggi. 

15.5.12

InUnClick

Sto scrivendo un post, sappiatelo.
Mentalmente è pronto. Devo solo sbobinarlo. 
Sono un po' seccata con Google. Potrebbero anche inventarlo un cavolo di plugin per Blogger che permetta la dettatura neuronale dei post. "Dalla sinapsi al byte, in un click". 
Questo blog sarebbe costantemente aggiornato, sappiatelo.

Che poi lo stesso plugin si potrebbe usare anche su Gmail (dalla mente alla mail, in un click), cosa che mi risolverebbe parecchi problemi di corrispondenza inevasa. 
Potrebbe funzionare persino con Google Maps (dal neurone magneto-sensibile, che sa di essersi perso ma si sente troppo macho per chiedere indicazioni, o che non sa leggere le mappe, alla destinazione finale. In un click). Quest'ultimo plugin, per funzionare correttamente, richiederebbe però l'installazione di un componente aggiuntivo disponibile solo nella versione premium: il teletrasporto.


Va be', è tardi, io dico fesserie e questo plugin ancora non esiste. 

Comunque il mio post è pronto. Ma al momento è pronto solo nella mia testa.
Sono bella dentro. Bella e aggiornata.
Sappiatelo.

A presto anche su questi schermi.
Saluti dai miei neuroni (vi fanno ciao ciao con la manina)

13.4.12

AzulMidnight

Eppur mi son scordato di te
come ho fatto non so.
(Lucio Battisti)


Ah già, ho un blog. CuocaChe? Ah già, sono io.
Be' ragazzi, capita. C'è chi si dimentica la moglie in autogrill, io a volte dimentico di essere la proprietaria di queste sbrindellate paginette.
Sono tornata, comunque. Per farmi perdonare vi offro un Camogli. 
Insieme a qualche breve, sbrindellata, news.

4.3.12

IlPostSottoIlMare



Non è difficile comunque capire di cosa stanno parlando, perché i catalani parlano sempre della stessa cosa, cioè di lavoro. Appena si riuniscono due o più catalani, ciascuno racconta del suo lavoro con profusione di dettagli. Con sette o otto termini (esclusiva, commissioni, portafoglio clienti e qualche altro) montano un dibattito animatissimo, che può durare all'infinito. Non esiste sulla terra gente più dedita al lavoro dei catalani. Se sapessero fare qualcosa, diventerebbero padroni del mondo.
(Eduardo Mendoza)