29.12.07

UnaBlogger

Mi contraddico? Ebbene sì, mi contraddico. Sono vasto: contengo moltitudini.
(Walt Whitman)




I blog hanno compiuto 10 anni.
Arrivo in ritardo sui trend annuali, figuriamoci sulle breaking news.
Riporto quindi solo ora
qui un articolo del corriere del 17 dicembre sull’argomento (se ho capito come si fa e mi riesce dopo dovreste solo cliccare sul “qui”. Tutto chiaro nonna?).
Nell’articolo trovate spiegata l’origine del fenomeno bloggoso, il colpevole ritardo dei blogger dell’ultima ora (come me) e soprattutto il riassunto del decalogo del bravo blogger scritto da Jorn Barger, che poi sarebbe nientemeno che l’inventore dei blog.
(Nonna se te la senti di leggere il decalogo originale in inglese clicca
qui).

Inutile dire che non rispetto nessun punto del decalogo.
Non sapevo che esistessero leggi sui blog, o modalità politicamente corrette di gestirli.
Ma si sa: ignorantia legis non excusat.
Sconterò la pena, quantificabile in senso di inadeguatezza per mesi 4, complessi di inferiorità per mesi 8 e un anno di paranoie da blogger inutile.
Per completezza informativa riporto qui gli atti dell’interrogatorio a cui ha fatto seguito la sentenza contraria del tribunale internazionale della blogosfera.

Ispettore lei ha ragione, avrei dovuto dirlo prima.
Ho deciso di aprire un blog perché… non so perché. Lo giuro.
In un’incandescente mattina di un fine agosto come tanti, no ispettore non ricordo che giorno era, ho guardato lo schermo del pc, e lui ha guardato me. No, non ricordo esattamente cosa ci siamo detti. Ricordo solo che mi sorrideva invitante. Ricordo solo che ho pensato: “e che sarà mai quest’era del web 2.0? Forse devo aprirmi un blog” e lo schermo ha continuato a sorridermi.
No ispettore, non sapevo cosa volevo fare esattamente. Si, lei ha ragione: ho dichiarato nel mio primo post che era da un po’ che pensavo di aprire un blog.
Ma sa ispettore non è detto che poi uno faccia davvero tutte le cose a cui pensa. Per la maggior parte delle cose che decido di fare in genere proclamo con piglio rossellao’haristico: “da domani”, e poi non lo faccio.
Invece il blog alla fine l’ho aperto davvero, ma giuro ispettore che è stato un caso.
Si è vero, prima di fare le cose bisognerebbe documentarsi, e si è vero: non avevo le idee chiare sull’universo blog. Conoscevo vagamente alcuni bloggers, solo i più famosi.
No ispettore, io non ho nessun messaggio da dare all’umanità, non informo nessuno, linko poco, lo stretto indispensabile, e non youtubo mai niente.

Penso che chi è interessato le cose poi se le va a cercare e penso che in fondo sono una noia quei blog saturi di suoni, foto, video e altri prodigi moderni che ogni volta che li apri il pc ti si rallenta fino quasi a soffocare e penso che in fondo manco quelli hanno un granché da comunicare, fanno solo bricolage multimediale.
Sì ispettore, mi sono accorta anche io che la rete pullula di blog sul precariato molto più impegnati dei miei. Ma ispettore io ricordo di non aver mai dichiarato di voler scrivere seriamente sul tema, e credo di non averci nemmeno mai provato.
Ah già le ricette. Si lo so, incomplete e approssimative, lei ha ragione. Troppo possibiliste. Poco dettagliate. Neanche una foto che illustri il procedimento, è vero. Sì, in effetti il mio non può assolutamente definirsi un blog culinario, né io una cuoca. Niente da obiettare.
Ah, sì ispettore, lei ha ragione, ora ricordo anch’io, ho dichiarato in data 30 agosto che “questo dilagare di bloggers senza freni mi causa una certa allergia al diciamoci tutto tanto nessuno sa chi sono”.
No ispettore, non ho cambiato idea.
O forse si.

RISO AMARO
Riso
Acqua
Sale
Olio

Il riso in bianco è il miglior rimedio in caso di condanne.
Utile per la nausea da doposbronza, per il voltastomaco da senso di colpa e più in generale per espiare i peccati, quelli digitali 2.0 ma anche quelli analogici, duri a morire mi pare, con buona pace del mondo virtuale.
Non va abbellito in nessun modo, quindi niente risotti, pilaf o sformatini di riso.
Deve essere nell’aspetto e nel sapore il più ospedaliero possibile.
Siete qui per punirvi.
Mi votu e mi rivotu suspirannu, passu li notti 'nteri senza sonnu. Voltatevi e rivoltatevi nel vostro senso di colpa, peccatori ansiosi.
E chi è senza ansia scagli il primo prozac…

Playlist colpevole

Daniele Sepe – Mi votu e mi rivotu

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