6.5.08

PancetteAllaRibalta


Dio fece il cibo, il diavolo i cuochi.
(James Joyce)


Sono l'ultima di tre figlie femmine.
Mia madre ha sempre sostenuto che se avesse avuto un figlio maschio lui sì che... non come voi che... (seguono rivendicazioni di vario tipo in base all'umore e/o altri accadimenti contingenti).
Io ho avuto la sfortuna di nascere poco prima dell'invenzione dell'ecografia, per cui quel fatidico aprile del 77 tutti si aspettavano Carlo, l'agognato maschietto. Le mie sorelle avevano già comprato i soldatini per il fratellino e tutto il parentado gongolava aspettando il figliol prodigo... Papà guardava con sollievo l'arrivo dell'erede che avrebbe diviso con lui il peso del gineceo e mamma sognava braccia virili cui affidare le buste della spesa e la riparazione del rubinetto che perdeva.
Facile quindi immaginare con che gioia il mondo ha accolto la notizia della terza femmina, annunciata dal dottore che mi ha fatto nascere (che era un amico dei miei) con queste parole: "purtroppo è un'altra pisciona".

La pisciona è cresciuta quindi in un matriarcato totalitario e assolutista, dove gli uomini, misteriose creature, erano esseri incapaci di comprendere l’importanza della guerra che noi donne dovevamo giornalmente combattere. Il nostro nemico aveva tante facce, ma un solo nome: il grasso.
Sono stata allevata a pane e dieta, e non escludo che le mie prime parole siano state “calo ponderale”.
Ero ancora una bambina magra e sportiva, mia madre mi pagava le lezioni di danza classica sognando forse per me un futuro da scheletrica etoile, quando le mie sorelle già adolescenti iniziavano il lungo calvario del conteggio di calorie, attività di cui allora, povera illusa, non riuscivo a capire l’utilità.
Vedevo però sparire spesso le merendine destinate alla mia ricreazione, che finivano ingurgitate da qualcuna delle mie commilitone in crisi, e ho quindi imparato presto la complessa equazione: dolci=nemico=grasso=depressione=voglio dolci.
E così via.


Arrivata al traguardo della pubertà, il gioco ha cominciato a farsi duro e mia madre mi ha schierato in prima linea nella guerra al grasso che avanza. La weltanshaung dominante era di sconcertante semplicità: magro ok, grasso non ok.
“Sei ingrassata” era quindi in casa mia l’insulto più infamante che si potesse pensare di rivolgere a qualcuno, debacle fisica da cui tenersi accuratamente alla larga.
Ai freudiani incalliti non sorprenderà quindi che io abbia sviluppato uno schizofrenico amore per la cucina, nato ai tempi del Dolce Forno Harbert, quando al calore delle lampadine, e confortata dall’infantile magrezza, sfornavo mini crostatine alla faccia delle mie affamate sorelle.
Sopravvissuta fino ai 30 anni, dopo un necessario lavoro per fortificare l’autostima piuttosto malconcia, nelle riunioni familiari mi muovo ora con circospezione, non fosse mai che qualcuna ti becchi con qualche chilo in più.


Ma poi succede che ti distrai, ingurgiti qualche caloria di troppo, non fai sport... Un bel giorno ti ritrovi a tavola con la famiglia e mentre mangi spensierata lo sguardo-bilancia delle tue consanguinee si posa implacabile su di te, una nube nera comincia a volteggiare sul tuo destino fino a che una delle donne di casa non rompe il silenzio con la frase fatidica: “sei ingrassata”.
È la fine.
A me è successo poche settimane fa, e le polemiche non si sono ancora placate. La sfortuna ha voluto poi che l’increscioso ingrassamento avvenisse in concomitanza con il mio compleanno. I regali sono stati quindi: un’iscrizione in palestra dalle sorelle e un ciclo di massaggi tipo sedia elettrica snellente promessomi da mia madre. Allegria.
Se entro un paio di mesi non dimagrisco temo che sarò diseredata.


Per sfuggire al mio indigente destino, ieri quindi mi avviavo trotterellando verso la mia prima lezione in palestra, destinazione Latin Gym. Non faccio in tempo ad aprire la porta dello spogliatoio che vengo investita da una mandria di simil top model in mutande e reggiseno, intente a cospargersi le carni smilze con creme idratanti mentre parlavano in una lingua che poteva essere russo, ma anche no.
Diciamo che erano russe, comunque erano tante, e tutte di sconcertante magrezza. Decido di ignorare l’anoressico benvenuto, mi infilo la mia larghissima tuta, che scopro presto essere passata di moda (non ho frequentato molte palestre ultimamente), e mi avvio sicura verso la lezione. Ad aspettarmi c’è Maite, l’insegnante cubana. Un metro e settanta di pelle nera e muscoli coperti solo da un bikini e un paio di pantaloni iper aderenti. Siamo sole. Mentre mi assale il panico Maite comincia a spiegarmi in un buffo itagnolo che tipo di muscoli si sviluppano con il Latin Gym, usando il suo corpo come esempio. Ignoravo che ci fossero tanti tipi diversi di addominali. Cominciamo la lezione e ci raggiunge una delle top model russe. Sono ormai affranta, la statua di ebano cubana più la silfide della Siberia è troppo tutto insieme.
Ma poi Maite comincia a inserire passi di danza nella coreografia e gli anni passati alla sbarra a fare ronde de jambe e demi pliè mi rivelano all’improvviso tutta la loro utilità: ho il senso del ritmo!

Do you love me (now that i can dance).
È il ribaltone, la stangona russa non riesce a imbroccare neanche un semplice cha cha cha mentre io ancheggio sicura alle spalle di Maite, che mi guarda soddisfatta. Verso la fine andiamo a terra per gli addominali, e anche qui proseguo imperterrita tutta la serie (ero un bagno di sudore, ma questa è un'altra storia) mentre la top si arrende esausta. La lezione si conclude con Maite che si avvicina a me e pronuncia le seguenti, meravigliose, sgangherate parole: "para bailare sirve la tecnica, pero non basta. Ce vole sensualidad, e tu quando baili sei molto sensuale".

È il trionfo.
Esco sorridendo dalla sala, lasciando Maite ai suoi addominali cubani e la stangona alla triste prospettiva della sua cena: insalata scondita.


CARBONARA BALLERINA
Spaghetti
2 uova
Qualche zucchina
Cipolle
Parmigiano
Olio
Sale
Pepe


Ieri la mia cena doveva consistere di un anemico piatto di zucchine lesse, ma dopo l’iniezione cubana di autostima ho deciso di festeggiare con una botta di carboidrati. Ecco quindi una carbonara vegetariana con le zucchine, che di pancetta basta la mia.
Faccio soffriggere due piccole cipolle bionde (o due scalogni) e poi aggiungo le zucchine tagliate a rondelle sottili. Intanto metto a bollire l’acqua con il solito pugnetto di sale grosso, mentre mi canto voglio vederti danzare come le zingare nel deserto. In una scodellina sbatto le uova con il sale e il pepe macinato sul momento. Scolo gli spaghetti molto al dente, li aggiungo in padella alle zucchine e all’ultimissimo momento verso le uova. Rigiro, aggiungo il parmigiano e mangio.
Saranno almeno 600 calorie, ma ne sarà valsa la pena.
Gli ingredienti sono per due, o per uno molto affamato.
P.s. non ditelo a casa mia, mi sanno a dieta.

Playlist della panzetta
The Contours - Do you love me (now that i can dance)
Franco Battiato – Voglio vederti danzare


22 commenti:

  1. sono morta dalle risate!!! grazie mille, ho senz'altro bruciato milioni di calorie! no? troppo facile? beh, mi sono comunque divertita un sacco! g.

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  2. cara cuoca precaria, tanti anni fa, ma forse neanche troppi, abbiamo vissuto insieme, o per meglio dire, "vicine", il momento fatidico della scoperta del conteggio delle calorie e della ginnastica fai-da-te. Mi hai insegnato la differenza tra carboidrati e proteine. Mi hai insegnato la differenza tra la donna-mela e la donna-pera. Mi hai insegnato a fare gli addominali alla Jane. Tuttora, quando sto per addentare un cornetto, mi rimbalza nella testa un numero. E quando mi accorgo di passare troppe ore al computer e troppe poche in movimento, non posso non pensare, sorridendo, ai nostri verdi e spensierati pomeriggi.

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  3. Cara Consdt, grazie! Il tuo commento è di straziante bellezza, e i verdi e spensierati pomeriggi che hai evocato hanno rischiato seriamente di farmi commuovere. Ma mi è bastato ripensare all'incubo della ginnastica fai-da-te per smettere all'istante di rimpiangere i vecchi tempi!
    In ogni caso sono bel lieta di averti lasciato in eredità cotanta saggezza... Per il cornetto, scegliene uno senza crema, risparmi calorie!
    Per sempre devota,
    Donna Mela (e precaria)

    Per G. temo purtroppo che con le risate si bruci ben poco, altrimenti io sarei magrissima!
    Baci

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  4. Cara Cuocaprecaria,

    Hai fatto morire dal ridere anche me!!!
    Ti capisco perfettamente, visto che la fatidica frase mi è toccata molto recentemente, e anch'io ho iniziato l'ennesima battaglia ai chili di troppo!!
    Lasciaci quindi, in questi durissimi mesi che precedono l'estate, qualche ricetta dimagrante... rimpiangendo i bei tempi del dolce forno!! m.

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  5. La lunga battaglia ai chili di troppo... Ok, metterò qualche ricetta dimagrante, anche se... che barba!
    Meglio sudare quattro camice in palestra ma almeno non rinunciare a un po' di gusto, no?
    Baci ipercalorici!

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  6. grazie mille davvero per risate! chissà che non facciano effetto sul serio...
    e cmq ora tremo! dopo un mese di Bratwurst und Rosti und Cordonbleu JumboJumbo (che solo il nome fa crescere la circonferenza coscia di quattro cm) lo so che quando mi vedrai mi tempesterai di una raffica di "frasi fatidiche"!!
    Ch.

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  7. Prometto, niente frasi fatidiche!
    A patto che mi spieghi com'è fatto un cordonbleu jumbojumbo!

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  8. non posso allontanarmi n'attimo...

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  9. Sei troppo simpatica, mi sto ancora asciugando le lacrime per le risate e sto mandando il link a tutti i miei conoscenti! Ma come ho fatto a non trovarti prima!
    Firmato da una che è perennemente a dieta e non ce la può fare!

    PS Quanto invidiavo le bambine che avevano il dolce forno Harbert!

    0_0Tina

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  10. Oddìo, il Dolce Forno! Non reggo a quell'immagine: è da lì che sono cominciate le mie disgrazie!

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  11. Eh lo so, bisogna fare i conti col proprio passato! Anche col Dolce Forno...

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  12. Vogliamo dirlo? il dolce forno non ha mai fatto ingrassare nessuno:covava e sfornava dolcetti x piccole anime vogliose di imitare mamme ansiogene,autoritarie e...fatidiche.Ciao libellula e fatti onore con i ritmi cubani e la tua agile mente.Il premio? una..TORTADIMELE..!

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  13. El sentido del ritmo de la rusa era previsible que fuera peor que el tuyo... apuesto 10 a 1 a que sus piernas tampoco llegan a tu nivel.
    Dile a G&M que como regalo de cumpleaños... es muy propio del sibilino herir femenino. El próximo año que te regalen un jamón de pata negra, que va bien para el colesterol y no engorda tanto!
    P.

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  14. Non ti conoscevo ma questo post mi ha conquistata!
    Non so se sia peggio il matriarcato affamante o un padre sempre in ansia perche' non mangi anche se sei in evidente sovrappeso!!! :))
    A presto ;)

    PS: il dolce forno ce l'aveva la mia migliore amica, glielo avrei invidiato tanto, se non fose che ci giocavamo insieme, e poi ho cominciato prestissimo ad usare il forno vero! :)

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  15. Ho provato questa ricetta, veramente buona!!!

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  16. HELP qualcuno traduca PEP altrimenti la Spagna continhuerà i suoi salutari interventi sul politico e sul privato dell'Italja senza che i lettori di cuocaprecaria possano beneficiarne

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  17. Tranquilla Nilla, i commenti di Pep hanno poco a che vedere con il nostro governo... fortunatamente per noi!
    :-)

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  18. MI LANCIO IN UNA TRADUZIONE DI PEP ...

    Era prevedibile che il senso del ritmo della russa fosse peggiore del tuo … scommetto 10 a 1 che le sue gambe non arriveranno al tuo livello.
    Devi dire a G&M che come regalo di compleanno … è il meglio che si poteva fare per urtare la sensibilità femminile.
    Il prossimo anno che ti regalino un prosciutto di patata nera che fa bene al colesterolo e non ingrassa!

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  19. Grazie Daniela per la tua traduzione e complimenti anche a cuocaprecaria per...le gambe!

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  20. Bene, da questo momento ti eleggo a MIO IDOLO! Fantastica.
    Egregi saluti all'amica russa.
    Buonissimissima serata a te!

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  21. Grazie Nilla per i complimenti alle gambe!
    Per golosastra: grazie!!! E complimenti a te, inanzittutto per il nome del blog! Ti linko subitissimo!
    DASVIDANIJA! (è la russa che ti saluta)

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  22. Troppo divertente! Comunque io una soluzione ce l'ho: vieni a vivere in Asia, qui si dimagrisce anche se non si vuole!

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