9.3.08

SìCertoChiaro

Facile essere coraggiosi, a distanza di sicurezza.
(Esopo)

Ogni cuoca precaria è bella a mamma sua. Mia madre oramai è l’unica che reclama nuovi post.
Gli amici, dopo i primi entusiasmi, hanno presto scordato le mie avventure digitali.
Io stessa mi dimentico di me, mi cerco tra le nuove vicissitudini di questi giorni frementi e mi scordo di dare il mio contributo alla gastronomia mondiale e alle castronerie internettiane.
Il resto del mondo giustamente mi ignora, ora come prima.
Ma come resistere alle pressioni di mammà?
Ecco quindi il nuovo post, diario di bordo di una precaria stravolta.

Non ci sto capendo niente, e devo far finta di avere tutto sotto controllo. O forse capisco, ma l’ansia da prestazione mi offusca il cervello. Tornare a lavorare è sempre traumatico, e tornare a imparare cose nuove lo è ancora di più.
Adesso rimpiango quei giorni di nulla, quell’orizzonte desolato che riempivo di smarrimento.
Non era mica così brutto invece. Non lavorare ha tanti pregi.
Solo che ogni tanto tocca tornare tra i comuni mortali e salire sul solito tran tran, destinazione stipendio.
Comunque in fondo sono tranquilla, non durerà.
Il precariato non lo scacci via con il primo lavoro che passa.
Tornerò presto, tra i fornelli e fuori.

Nel frattempo mi destreggio tra le cose che non so fare, e la finzione di saperle fare. Non ho mai detto così tante volte in un giorno “sì, certo, chiaro”, tutto di fila, in un solo respiro. Lo ripeto ossessivamente a chiunque mi rivolga la parola, ostentando sicurezza. Rispondo così anche a chi mi chiede che ore sono; come ti chiami; perché continui a ripetere sì, certo, chiaro; ti senti bene cara ragazza? Sì, certo, chiaro.
Sono belle giornate.

Ma l’avvenire è roseo, lo so.
Quando perderò per sempre il mio ottimismo chiuderò questo blog. Per ora è tutto ok.

Sì, certo, chiaro.

BEVIAMOCI SU
Cachaça
Lime
Zucchero di canna

L’ansia ti chiude lo stomaco. Ma con la salivazione a zero ti viene una gran sete. Meglio farsi un bicchierino, e non pensarci più.
Non sono una grande bevitrice di superalcolici e di cocktail, sono una tipa da vino, quando serve, e un’instancabile sostenitrice della birra. Ma riconoscono che ogni tanto ci vuole qualcosa di forte.
Non posso però neanche attaccarmi al whisky, altrimenti la mattina dopo non mi alzerei in tempo per andare al lavoro, o più probabilmente non mi alzerei proprio.
Meglio una caipirinha, da sorseggiare come fossimo a Rio (sì, certo, chiaro) cantando O que será que me dá, que me bole por dentro…
Che sarà che mi accade, che mi agita?
Mentre cerco la risposta, trito il ghiaccio. In un bicchiere intanto metto il lime e lo zucchero di canna. Pesto tutto con il pito, il pestello da cocktail, e aggiungo il ghiaccio tritato e la cachaça.
Va già meglio, per ora.

Playlist sicura
Chico Buarque - O que será

1 commento:

  1. a parte che anch'io sentivo la mancanza dei tuoi post..
    poi non ti proccupare per l'ansia da prestazione, passera'!...

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