8.12.10

MeMyself&Pinco(SpecialGuest:LaDeaBendata)


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Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male.
(Eduardo De Filippo)




Mia sorella maggiore ha una teoria. Ne ha più di una, in effetti. Saggia e vaticinante come solo le sorelle maggiori sanno essere, ha una teoria su quasi tutto. Ma le va riconosciuto che spesso ha ragione. E che spesso noi incaute sorelle minori riconosciamo troppo tardi quanta ragione avesse. È l’ingrato destino delle sagge sorelle maggiori, suppongo. Trattandosi poi di un delizioso esemplare di testardissimo scorpioncino, le rare volte in cui mia sorella non ha ragione è bene evitare di farglielo notare, si perde solo tempo. Lei ha ragione comunque (ed è adorabile così).
Dicevo, mia sorella maggiore ha una teoria: sostiene che io non debba dire cose come “ah, che sfiga che ho avuto” o “ultimamente non me ne va bene una”. Queste affermazioni, se ho capito bene, creano una specie di autoconvincimento negativo. Ti senti sfigata, ti vedi sfigata e ti convinci che tutto va male e tutto andrà ancora peggio. O qualcosa del genere. Una sindrome di Paperino, tipo.
In effetti il ragionamento fila, ed è supportato dalla saggezza popolare espressa nella teoria del bicchiere mezzo pieno. Sono una ragazza fortunatissima, quindi. Andiamo ora a vedere perché.

Ricordate quando dicevo che mi sentivo raffreddata e malaticcia? Tale allegro status è durato circa due mesi. Non ero sfigata come pensavo: covavo una bronchite acuta e incattivita, e non lo sapevo. Alla fine dei due mesi più malandati della mia storia, quando già stavo per imbarcami alla volta di Lourdes, ho trovato un medico attento che, invece di rimpinzarmi di ibuprofeno come i suoi colleghi, mi ha fatto fare una radiografia. E voilá: bronquitis aguda, da cui mi sono liberata grazie a un bombardamento antibiotico di due settimane, tipo pioggia chimica. Sono quindi rimasta a casa, rintronata e tossicchiante, per 10 giorni, aspettando che il mix di antibiotici, broncodilatatori, mucolitici e non ricordo più cosa facesse di me una persona nuovamente arruolabile nell’esercito dei vivi. 
E che sarà mai, direte voi? Un po’ di riposo fa sempre bene. 
Occhei, facciamo un passo indietro. 
Ultima settimana di ottobre, sono nel pieno della mia bronchite inconsapevole, distrutta. Un giorno trovo un’offerta di Ryanair: Barcellona-Roma andata e ritorno 30 euro tutto incluso. Sobbalzo sulla sedia, mi soffio il naso, tossicchio e con la grinta di una lumaca sbronza decido che questa non me la faccio scappare. Era l’occasione perfetta per un week-end  lampo a casa, in tempo per festeggiare il doppio compleanno di mia sorella maggiore e di mio padre (sì, gli scorpioncini vaticinanti in famiglia sono due, c’è chi ha tutte le fortune).
Per 50 euro in più Vueling mi offriva lo stesso volo, con orari decisamente più comodi e con arrivo a Fiumicino piuttosto che a Ciampino, località dimenticata da qualunque mezzo di trasporto del XX secolo. Avrei anche accumulato punti preziosi per la mia carta Vueling ma, che diamine, volevo accaparrarmi l’offertona. Accecata dalla furia del risparmio, e dalla congiuntivite (altro grazioso sintomo della bronchite inconsapevole), vado sull’orrida pagina di Ryanair e indico con precisione quando voglio partire e quando voglio tornare. No, non voglio un’assicurazione di viaggio. No, non ho bagagli. No, non compro una valigia Samsonite firmata Ryanair. Ok, confermo l’itinerario. No, non voglio noleggiare una macchina a Ciampino. No, non porto attrezzature sportive. Ok, confermo di nuovo. Inserire i dati del passeggero. Inserire di dati della carta di pagamento. Perfetto, ci siamo quasi. Inserire l’indirizzo di domiciliazione della fattura. Indirizzo di domiciliazione della fattura? Il naso mi gocciola, la gola mi brucia, sono quasi cieca dall’occhio destro e una tremenda, quanto insensata, paranoia mi assale: “Oh no, sulla carta di credito spagnola risulta ancora l'indirizzo della vecchia casa”. E ora? La paranoia mi intorpidisce i già poco scattanti neuroni bronchitici impegnati nell’operazione di acquisto. Comincio a pensare che non posso pagare con una carta di credito corrispente a un vecchio indirizzo, non sia mai Ryanair debba mandarmi qualcosa a casa. Cosa doveva mandarmi, un lepricano irlandese? Non lo so, la paranoia ha ragioni che la ragione non conosce. Fulminata persa e sempre più accatarrata decido di provare a vedere se posso pagare con la carta di credito italiana. Ma, con un colpo di genio notevole, scelgo prima di “simulare” di nuovo l’intero, tortuoso, processo di acquisto. Volevo vedere se il pagamento con Mastercard costava meno che con Visa, e se potevo mettere l’indirizzo italiano. O qualcosa del genere; va’ a capire che volevo combinare, imparanoiata, guercia, smoccolante e strafatta di ibuprofeno com’ero. Ma tant’è, decido di iniziare la simulazione. Apro una nuova scheda del browser, proprio accanto a quella di prima, e digito nuovamente il noto, irlandese, indirizzo web. No, non voglio un’assicurazione di viaggio. No, non ho bagagli. No, non compro una valigia Samsonite firmata Ryanair. Ok, confermo l’itinerario. No, non voglio noleggiare una macchina a Ciampino. Ok, confermo di nuovo. Inserire i dati del passeggero. E qui il vero colpo di genio: invece di inserire i miei 3 nomi e il mio cognome decido di mettere un più breve Pinco Pallino, tanto è solo una simulazione. No?
Le due schede erano una accanto all’altra, con un itinerario identico e con due carte di credito diverse ma intestate alla stessa persona. Tutto torna. Basta un click. La capa gira, il naso smoccola, la tosse ringhia… a chi ho comprato io il biglietto? Ma a Pinco Pallino, è chiaro.
Avete finito di ridere? Occhei, possiamo andate avanti (quando racconto questa storia alla gente concendo un quarto d’ora di dovuti schiamazzi, risate e sfottò. Al 16simo minuto comincio a innervosirmi. Cercate di capirmi).
Allora, ho appena speso 40 euro per il viaggio a Roma del mio amico invisibile (30 più 10 di carta di credito. Visa o Mastercard è uguale, credetemi). Il cambio nome su un biglietto Ryainair costa ovviamente una cifra assurda (100 euro, in caso vi pungesse curiosità) e non ho quindi altra scelta se non rosicare e ripetermi che sono un’idiota. Sbraito e inveisco contro la mia sorte beffarda. Chiamo mia sorella, che scoppia in un mare di risate e mi dice di prenderla con ironia, e di dormirci sopra una notte. Saggia. Nel frattempo arrivano a Barcellona due amiche in visita. Mi trovano cadaverica e quanto mai afflitta. Ma anche loro muoiono di risate e si dicono d’accordo con la saggia sorella: la notte porta consiglio. All’indomani decidiamo per l’ottimismo: in fondo sono una CuocaPrecaria lavoratrice, posso permettermi una botta di vita, e un nuovo biglietto. Tutto sommato 80 euro rimane una cifra ottima per presenziare al doppio compleanno dei miei due vaticinanti scorpioncini. Perfetto. Ricompro il biglietto, che nel frattempo era anche aumentato, ma questa volta mi faccio aiutare da una delle mie amiche che lavora in una biglietteria aerea, tanto per essere sicuri. 
Ho speso 89 euro per l’irresistibile offerta a 30 euro, ma ho un biglietto aereo intestato proprio a me. Potrò andare a Roma, olè. La fortuna è saper guardare sempre al lato buono della vita.

Due settimane più tardi:
Ho appena scoperto di avere una brochite acuta. Sono in malattia dal lavoro. Sotto botta di antibiotici, respiro a fatica, mi drogo di serie televisive di bassa qualità e sono depressa come non mai.
Sulla pista dell’aeroporto del Prat il volo Ryanair per Roma Ciampino è pronto al decollo. A bordo: il passeggero Pallino, Pinco.
Io, sono rimasta a casa.


La malattia è stata rognosa, la convalescenza lunga e lo spleen intenso.
Ieri sera sono finalmente uscita, dopo settimane post-bronchitiche di “alzarsi che fatica-lavoro che fatica-casa svenimento”.
Ristorante messicano, nachos e guacamole. Barcellona ribolle di gente allegra. Domani è festa. La vita sorride. Ay, ay, ay, ay, canta y no llores.
L’uomo ragno (o chi per lui) ieri sera mi ha fregato la borsa. In un ristorante strapieno. La borsa sempre accanto a me. L’uomo ragno si è probabilmento calato dal soffitto come Tom Cruise in Mission Impossible.
Tranquilli, niente di grave (más o menos). Ho bloccato subito il bancomat, Spiderman ha rimediato 30 euro in monetine e per il resto... "sono solo cose", come dice mia sorella (che ultimamente oltre che saggia è anche molto zen).
Le "cose" erano in pratica due cellulari con relative sim, italiana e spagnola, la mia borsa di pelle preferita, i trucchi nuovissimi, la carta di identità, la tessera del bike sharing, il mio cappello preferito, la mia agenda… ma sono solo cose.

Onestamente ragazzi, in questo periodo NON sono sfigata.
Sono solo diversamente fortunata.



THE BRIGHT SIDE OF LIFE
Melissa officinalis
Miele
Acqua
Tanta pazienza

La cosa assurda è che mia sorella ha ragione davvero. Sono solo cose. È solo una bronchite. Solo un aereo partito senza di me.
Non sono così sfigata, in fondo.
Sovvenziono l’economia irlandese in questi tempi così cupi, per cui oltre che fortunata sono anche generosa. Tengo in allenamento gli Spiderman del quartiere, che sennò sai che noia. Sono anche filantropa, perciò.
Ho un vero amico invisibile, io. Cool e giramondo, se ne scappa a Roma per il week-end (e riesce ad acciuffare le introvabili offertone Ryanair) e va a fare gli auguri di persona ai miei scorpioncini.
Ho anche amici visibilissimi. Come quella che ieri sera mi ha scorrazzato per mezza Barcellona, compreso giro in questura e accompagnamento a casa alle due di notte (e questo post te lo dedico, Luisita. E ancora grazie). Come quelli che mi tirano su quanto piagnucolo smocciolante sulle mie sorti avverse. Come quelli che scoppiano a ridere quando gli racconto di Pinco Pallino. Che mi prendono in giro, ‘che le mie sfighe (ups, l’ho detto di nuovo) fanno ridere anche me, in fondo.
Non ho una ma ben due sorelle, entrambe sagge ma soprattutto entrambe deliziose. Due genitori con cui nel bene o nel male non ti annoi proprio mai. E un blog dove chiunque vuole può passare, sghignazzare sulle mie vicende e andarsene.
Che l’ironia non me l’hanno ancora rubata, e gode ancora di ottima salute.

La tisana di melissa me la preparava quando ero piccola il mio scorpioncino senior. Prelevava qualche foglia dalla piantina che era in giardino, le faceva bollire, filtrava e l’infuso, insieme a un po’ di miele, curava tutto, dal mal di pancia alla strizza per l’interrogazione di storia.
Una piantina di melissa è ora sul mio balcone barcellonese. La uso molto, ultimamente.
Cin cin.


Playlist bendata
Monty Python - Always look on the bright side of life (dal film “Life of Brian”)
Una qualunque banda di Mariachi -  Cielito lindo

7 commenti:

  1. che bello leggerti di nuovo! iniziavo a disperare ormai! sempre con grande stile,non c'è che dire! non ti auguro nulla (chè alcuni dicono porti male), ma almeno buona guarigione! e meno male che l'ironia è sana come un pesce!

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  2. Certo sei proprio diversamente fortunata in questo periodo!!
    Io un saltino precauzionale a Lourdes magari lo farei lo stesso..
    Hai comunque provveduto a sistemare ogni cosa (documenti, ecc)? Mi raccomando..m

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  3. aggiungo un altro motivo di fortuna: CP è guarita e torna a farci sorridere (in questo caso proprio ridere di cuore!) su questi schermi. Evviva!!! :)

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  4. Vogliamo dire che ,se avessifatto gli sciacqui con Lui lnvece di lasciarti irretire da sofisticati e pericolosi antibiotici,tutto questo non sarebbe successo ?!...Scherzo naturalmente ma....fino a un certo punto perchè l'apprensione di saperti turbata da questi piccoli incidenti di percorso è tanta. Ma non scomodare nè Fortuna nè Sfiga.

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  5. Bentornata Cuocaprecaria! Se riesco a smettere di ridere ti abbraccio un po'! A volte stanca tutta questa fortuna diversa! Un abbraccio può servire!

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  6. lo so che i 15 minuti per ridere sono passati...ma questa sera ero veramente triste e il tuo modo di raccontare le tue avventure diversamente fortunate mi ha tirato su di morale!quindi grazie!guarisci bene e presto!ciao!^^

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  7. Ciao anonimo,
    sono molto contenta di averti tirati su il morale.
    Riuscire a strappare una risata anche agli animi più incupiti è una gioia!

    Saluti anche a tutti gli altri.
    Quando vedo CuocaPrecaria ve la saluto.

    Invisibilmente vostro,
    Pinco Pallino

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