13.12.09

PensavoFosseAmoreInveceEraUnoStage


Una donna è una donna fino al giorno in cui muore. Ma un uomo è un uomo solo finché ci riesce.
(Moms Mabley)



Si stava meglio quando si stava. In un modo qualunque, ma almeno si stava. Prendi gli anni 60, per esempio: i Beatles cantavano, si mangiava l’arrosto la domenica, si trovava un lavoro e ci si sposava. Noioso forse, borghese probabilmente, ma ah così rassicurante. Oggi John Lennon è morto, Paul Mccartney è impegnato a gestire le sue ex mogli, l’arrosto è fuori moda, il posto fisso è diventato mobilissimo e il matrimonio è ancora troppo borghese. Bisogna aggiornarsi.

La precarietà ha contagiato tutto, anche l’amore. Ci si molla e ci si prende con la stessa flessibilità con cui si licenzia un co.co.pro. Le coppie sono diventate a progetto, che non vuol dire un progetto di vita ma un rapporto di collaborazione a termine senza obbligo di preavviso in caso di recessione di una delle parti. Ci si mette insieme in formula stage, vediamo come va e in caso rinnoviamo per altri sei mesi.
Gli uomini nel frattempo sono in crisi come l’economia mondiale. Terrorizzati e tremebondi propongono a donne sempre più perplesse formule estemporanee di rapporto, perché la vita è lunga e non puoi mai sapere che succede domani. Se dopo svariati rinnovi di contratto la controparte timidamente suggerisce di passare almeno ad un tempo determinato con obbligo di preavviso, nicchiano, fingono strani malori, si iscrivono a un torneo di calcetto con allenamenti giornalieri e dopo poco spariscono, si smaterializzano con un sordo pof, lasciandoti un calzino sporco sotto il letto, il saggio storico che leggono da 3 anni sul comodino e un carica batterie del cellulare (che non è neanche compatibile con il tuo).
A volte poi si smaterializzano anche senza che la controparte proponga un passaggio di status. Semplicemente annusano l’aria come vecchi marinai prima della tempesta (ormonale), capiscono che lo stage va avanti da troppo e scompaiono per sempre nella nebbia prima che tu riesca a dire “ti noto strano ultimamente”.
Una volta conobbi un tipo che quando sentiva che una relazione stava diventando seria era colto da attacchi di panico. Te lo ritrovavi steso sul letto, cianotico, che si tastava il cuore convinto di avere un infarto, dimentico di essere un medico e quindi in grado di distinguere un attacco di cuore da una botta di ansia. Era seriamente convinto che sarebbe morto da un momento all’altro. È ancora vivo, state tranquilli. Solo, non fateci affidamento.
Altri sono meno fantasiosi, ma comunque esilaranti.
C’è l’innamorato cronico, quello che ti vede, rimane estasiato, ti chiede in sposa dopo 2 ore, giura che non si è mai sentito così prima e ti promette amore eterno fino a quando non vede un’altra, rimane estasiato e la chiede in sposa dopo un’ora e mezza (con l’allenamento i tempi si riducono).
C’è l’immancabile Peter Pan, un genere sempre in voga, che a 38 primavere suonate ancora non si sente pronto a impegnarsi, e alla sua paziente controparte che lo aspetta da anni dice “non sono sicuro di conoscerti ancora fino in fondo”. Be’ del resto, ogni essere umano è un mistero senza fine, come biasimarlo.
C’è lo scapolo impenitente, tra i 40 e i 50, brizzolato, con la moto, ogni anno un viaggio esotico, una manciata di tatuaggi, innamorato solo del suo cane e del suo lavoro, che ti sussurra “bambola il mio cuore è uno zingaro, ma forse con te potrei cambiare”. Bambola, lui non cambierà, fidati.
C’è l’intellettuale, occhiali di tartaruga, giacche di velluto, bicicletta, casa in centro storico arredata con studiata trasandatezza ed ore ad ascoltarlo mentre disserta di musica barocca, cinema polacco anni 40, politica economica cecena e whisky scozzese invecchiato 30 anni. “Il concetto di coppia è un invenzione borghese per tutelare lo status quo capitalistico” sentenzia al primo appuntamento, e se aspetti di fargli cambiare idea ti ritrovi come il whisky scozzese. Passa al vino novello e mollalo senza rimpianti.
Poi c’è l’indeciso, generalmente un precario anche lui, quello che “forse lascio tutto e apro un agriturismo, no ho deciso scrivo un libro, ma forse l’unica soluzione è andare all’estero” e intanto “non sono sicuro dei miei sentimenti, credo di provare qualcosa per te ma non so bene cos’è, forse ti amo ma forse no”. Ecco, forse no. Mandaci una cartolina dall’agriturismo all’estero dove scriverai il tuo libro.

Questi fidanzati precari di oggi vedono le donne come un orologio biologico ambulante, ne spiano il ticchettio da lontano e sentono, rabbrividendo, i rintocchi anche quando la portatrice sana di ovulo non è minimamente intenzionata a figliare con lui.
Portatrice che poi, c’è da dirlo, con gli anni si è parecchio incattivita. Insoddisfatta del lavoro, gira con branchi di amiche ridacchianti e ciniche, fa l’aria da dura, si inerpica su aggressivi tacchi a spillo e dall’alto dei suoi 15 centimetri di traballante autorità si diverte a terrorizzare gli uomini, che già non brillavano per coraggio, con frecciatine velenose, pistolotti spocchiosi e aria di superiorità. E poi si lamenta che lui non l’ha richiamata.
Dall’altra parte della barricata c’è la portatrice che si cimenta nel ruolo storico di crocerossina, cambia i tacchi per delle più rassicuranti ballerine, si dipinge un’aria di compassionevole indulgenza e, tutta miele e amore, si lancia all’arrembaggio del più impenitente dongiovanni al grido di “io ti cambierò” (o salverò, o convincerò). Le ci vogliono anni per capire quello che Mia Martini già cantava nel 1994: gli uomini non cambiano. Nel frattempo ha speso capitali dall’analista, le amiche non la sopportano più e non le rimane che inerpicarsi sui tacchi e procurarsi nuove amiche ciniche con cui sentenziare che gli uomini sono tutti uguali.

Gli uomini non sono tutti uguali. Ma sono tutti ugualmente confusi. E del resto neanch’io mi sento più troppo sicura.


SCUSA MA TI CHIAMO ARROSTO
Lonza di vitello
Arance
Vino bianco
Olio
Sale
Pepe

Dopo il crollo di tutte le certezze, non rimane che rispolverare il grande classico: l’arrosto all’arancia. Da cucinare di domenica per invitare a pranzo le amiche ciniche, gli amanti confusi, le crocerossine stanche, gli innamorati cronici e gli uomini in fuga. Un arrosto, dolcemente demodé, mette sempre d’accordo tutti. O almeno, non delude.
Lego la carne con lo spago e la faccio rosolare in una casseruola con l’olio caldo. Sfumo con il vino e quando sarà evaporato aggiungo le arance spremute, almeno 5 per un chilo di carne. Aggiungo sale e pepe e lascio cuocere a calore moderato per almeno un’ora e mezza. Volendo aggiungo la scorza delle arance tagliata a bastoncini. Servo con l’immancabile contorno di patate al forno e con De Andrè in sottofondo: perduto in novembre o col vento d'estate, io t' ho amato sempre, non t' ho amato mai, amore che vieni, amore che vai.


Playlist amabile
The Beatles – You really got a hold on me
Mia Martini – Gli uomini non cambiano
Fabrizio De Andrè – Amore che vieni, amore che vai

11 commenti:

  1. con tutte queste riflessioni sul maschio contemporaneo (condivise), ci si potrebbe fare un bel calendario,un tipo per ogni mese ;-)) meglio prenderla ironicamente, l'arrosto però è rassicurante ^______^ ciao!

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  2. nel mio mondo di incertezze, l'unica cosa certa e' la mia singletudine. Forse e' ora che cambi il mio arrosto al limone con questa versione all'arancia, che dici, funzionera'?

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  3. Volete "legarlo" e cuocerlo a puntino?
    L'unico modello che funziona sempre è quello"gatta morta"! Ce la fareste poi a non "distrarvi" neppure un momento? Al primo errore l'arrosto va in fumo!!! ;)))
    Ciao bella, non disperare, prima o poi il contratto a tempo indeterminato arriva...
    Ornella

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  4. @Astrofiamante: Buona idea, proporrei un calendario dell'avvento. Sotto le finestrelle le foto di tutti i mattacchioni fino a qui incontrati, in attesa dell'avvento di quello giusto (o almeno di quello un po' meno matto).

    One Girl in The Kitchen: Arrosto arance e limoni? ;)

    Ornella: Giammai! Meglio single che gatta morta, notoriamente una tutto fumo e niente arrosto.

    Abbracci arrostiti a tutti,
    CP

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  5. CP, che ti adoro già lo sai.
    Che altro dire?
    Vorrei arricchire la tua lista con altri precari storici, ma poi altro che arrosto, ci rimane solo una insipida minestrina riscaldata che manco ti sazia. O forse non mi sazia perché è sparito il PANINO?
    (STO ANCORA RIDENDOOOO!).
    Ti lascio con un abbraccio, cercando di capire in che categoria inserirmi: no tacchi, no ballerine.
    Ho una tripla personalità che varia a seconda delle stagioni: infradito d'estate, sneakers nelle mezze stagioni (hai voglia a raccontare ai miei piedi che non esistono più?) e stivalazzi comodi con il freddo.

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  6. Questo post e' esilarante, anche se un po' malinconico!..
    Sei diventata una fine analista di questo mondo confuso e sempre piu' precario, dove anche i sentimenti sono, come tutto, precari... Ti inviterei comunque ad un cauto ottimismo, non e' detto che la situazione sia cosi' desolante!! m

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  7. Ah già! Senza la Golosastra non mi sarei accorta del refuso, e oggi al posto di panico continuereste a leggere: "era colto da attacchi di panino."
    Del resto sono CuocaPrecaria non CrocerossinaVolenterosa. Di fronte ad un attacco di panico mi do alla fuga e corro a farmi un panino per non pensarci più!

    @anonimo m: se non fossi ottimista, ancorchè cauta (e un po' caustica), non starei qui, farei l'aria da dura e uscirei con le amiche ciniche. Ma di abbarbicarmi su aggressivi tacchi a spillo non ne ho proprio voglia, poi con i sanpietrini di Roma è troppo scomodo!

    Abbracci comodissimi a tutti,
    CP

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  8. non so se ridere di più del post o del commento di Cri..non mi ero accorta del pianino!!
    analisi precisa e ironica, meglio evitare giustamente di arricchire l'elenco con ulteriori starni personaggi incontrati sulla via dell'illuminazione...(ma quale??)

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  9. Delizioso e morbido, come la ricetta del bravo arrosto.
    Le persone 'giuste' di cui circondarsi sono fuori da quelle etichette che così gradevolmente hai nominato.
    Decantazione e sedimenti; quello che si stacca dal 'grosso' ed ha più peso è quello che mi serve.
    Le effiorescenze leggere e comuni del burro si trovano troppo facilmente sul mercato. E spesso scarse anche così.
    Strizzo l'occhio e ti saluto.

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  10. Grazie Sonia, che bel commento!

    Abbracci deliziosi anche a l'illuminata Giò e a tutti gli altri. Sono morbida e natalizia ultimamente.

    Love (and peace e un po' tutto quello che vi pare),
    CP

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  11. Cara Cuoca precaria,
    e' un piacere scoprirti nella moltitudine delle bloggers di cucina. Sei oltremodo originale nella scrittura e proponi ricette semplici ma di sicuro effetto. Entusiastici i tuoi post.

    Tiziana

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