22.12.07

LaCapaGira 

L'avvenire ci tormenta, il passato ci trattiene, il presente ci sfugge
(Gustave Flaubert)



Ho il torcicollo.
Mentre mi cospargo i muscoli cervicali di unguenti miracolosi solo nel nome, chissà perché mi torna alla memoria un’espressione latina.
Da Wikipedia:
Obtorto collo (letteralmente con il collo storto) è una locuzione latina in uso nel linguaggio comune per indicare l'accettazione, contro la propria volontà, di imposizioni esterne. Si può tradurre con malvolentieri o perché costretto.

Perché ti sei storto, stanco collo mio? Per non accettare un’imposizione? E quale? E cosa vorresti fare invece?
O forse è la mia testa che si gira e vorrebbe guardare altrove?
E se fosse invece il mio corpo a volermi suggerire nuovi orizzonti ortopedici (e non) mentre il mio sguardo rimane fisso nella stessa direzione?
Il mio organismo mi parla, ma non riesco a capirlo…
Oppure magari non parla, e sono io a voler rendere a tutti costi emblematico un banale colpo di freddo o colpo di testa o colpo di sonno.
Un colpo improvviso o un senso di colpa?
Dovrei fare più spesso quello che vorrei, e ricordarmi di farlo, e ricordarmi quanto è importante capire cosa voglio davvero.

Intanto la memoria continua a vagare e strane associazioni sorvolano le zone doloranti della nuca.
Poco sopra l’aulin appena ingerito, un neurone romantico mi canticchia una bella canzone che dice così: A glass of water longing for the ocean, I am an asphalt flower breaking free but you keep stopping me, release me. Sono un bicchiere d’acqua che vuole tornare nell’oceano, un fiore d’asfalto che riesce a liberarsi ma tu continui a fermarmi. Liberami.
E allora sarà questo il messaggio in codice dello storto collo mio: fammi guardare cosa c’è oltre la linea dell’orizzonte, non fermare il mio sguardo.
Non fermarti.
Liberati.
Intanto si avvicina la fine dell’anno. È tempo di bilanci.
Questa volta niente resoconti esistenziali. Troppo impegnativi per le cervicali stanche.
Bilancio di competenze, questo è il lavoro da fare amici precari. Riprendete il vostro inseparabile curriculum vitae.
C’è scritto tutto quello che sapete fare? Tutto quello che potreste ancora creare di nuovo? C’è solo il vostro passato dentro o si riesce a intravedere anche il vostro futuro? Uno possibile, uno diverso?
Fatevi aiutare da un orientatore professionale, c’è gente che lo fa di mestiere.
Lasciatevi orientate, non fermatevi.
Tornate nell’oceano.
Cantate gli Who: I’m free. And freedom tastes of reality.
Brindate al vostro bilancio con un buon bicchiere di vino.
C’è ancora un nuovo avvenire dietro l’angolo.

Scrivere un curriculum
Cos'è necessario?
E' necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
Il curriculum dovrebbe essere breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi.
E ricordi incerti in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza un perché.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
E ti evitassi.
Sorvola su, cani gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
E il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa,
che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio scoperto.
E' la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che triturano la carta.
(Wislawa Szymborska)

VINO DEI BILANCI
Vino (meglio se rosso)
Curriculum vitae
Sogni e desideri

Miscelare con cura. Bere a piccole dosi.

Playlist antinfiammatoria
Laura Sweden – Release me
The Who – I’m free

1 commento:

  1. penso che tu riesca a capire bene il tuo organismo e il tuo cuore (che in fondo fa sempre parte dell'organismo). non è facile cambiare direzione, ma tu riuscirai a farlo con la tua mitica determinazione. per alleviare il dolore concediti un buon massaggio che conforta molto più di un aulin o di una crema dal nome miracoloso.

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