31.8.07

PrecarioMaFacile


Direttamente dal Magreb ma in versione italica, facile facile, è sempre un piatto di sicuro effetto, signora mia...
È una mia invenzione, e lo uso ogni volta che ho pochissimo tempo per sfamare qualcuno.
Tralaltro la commistione tra sapori nostrani e piatti "etnici" mi ha sempre affascinato, anche perché penso che, globalizzazione a parte, riprodurre i sapori di un'altra terra e di un'altra cultura sia praticamente impossibile, e non solo per il difficile reperimento degli ingredienti originali...
Ma bando alle ciance!

SFORMATO DI COUS COUS AL PESTO
Ingredienti per 4 persone:
-4 tazze di cous cous
-8 tazze d'acqua
-un vasetto di pesto (o anche meno, dipende da quanto lo si vuole pestoso)
-3 o 4 pomodori rossi (o anche di più se lo volete meno pestoso e più salutista)
-basilico
-olio q.b.

Metto a bollire l'acqua con un po' di sale e un filo d'olio. Appena bolle levo dal fuoco e aggiungo il cous cous, rigirando per non farlo attaccare. Lascio riposare uno o due minuti e appena il cous cous ha assorbito tutta l'acqua aggiungo un altro filino d'olio e lo passo sul fuoco un minuto, sempre girando a più non posso. Dopodiché unisco i pomodori tagliati a dadini, un altro po' d'olio e qualche foglia di basilico, mescolo e metto tutto in un recipiente tondo (ma è molto carino anche se si usa uno stampo tondo da ciambella, quelli con il buco in mezzo). Premo bene con un cucchiaio per fare aderire tutto il cous cous e lascio raffreddare in frigo una ventina di minuti.
Dopodiché metto un piatto piano grande sopra lo stampo e rigiro con cautela in modo che lo sformato rimanga sul piatto, aggiungo ancora qualche foglia di basilico per decorare... et voila!
Il cous cous si può lasciare in frigo dentro lo stampo anche varie ore, il che è ottimo se si fa una cena e si vuole giocare d'anticipo.
La ricetta è facilissima, l'unico momento precario è quando si rigira lo stampo, bisogna stare un po' attenti a non far sbriciolare il cous cous, ma per il resto no problem.
P.s. a me piacciono i sapori speziati, per cui ogni tanto (se non ho commensali gastropatici e rompiscatole) aggiungo anche un po' di paprika: ci sta benissimo!
Precariamente Vostra,
buon appetito!

30.8.07

PrimoPostPrecario


Confesso: ci ho messo tanto a decidermi prima di aprire un blog.
Ogni volta mi ritornavano in mente quei diari che, 15enne o giù di lì, cominciavo a scrivere decisa a lasciare ai posteri una testimonianza precisa dei miei tormenti adolescenziali, e che ogni volta abbandonavo alla terza pagina, non appena il mondo ricominciava a sorridermi un po' e uscire con gli amici tornava ad essere più allettante che stare a casa a fare la Leopardi dei poveri.
Tanto vale dirlo subito: sono tremendamente incostante, e non posso assicurare che questo blog sopravviva alla post-holiday blues di questo rovente fine agosto. Forse, e ovviamente me lo auguro, domani la vita tornerà di nuovo a sorridermi invitante come ai 15 anni, e preferirò buttarmi tra la mischia nel pazzo mondo qui fuori piuttosto che mugugnare fesserie deprimenti per uno sconosciuto pubblico di cibernauti.
Tralaltro ho sempre considerato un narcisismo un po' perverso quello di raccontare pubblicamente le proprie paturnie più inconfessabili con la scusa dell'anonimato, e questo dilagare di bloggers senza freni mi causa una certa allergia al diciamoci tutto tanto nessuno sa chi sono…

Per questo, e per prevenire i rischi di un precoce abbandono, ho deciso di creare un blog culinario. Scrivere ricette mi sembra un modo più indolore e meno autoreferenziale per aprirsi al mondo, e comunque cucinare mi piace indipendentemente dallo stato d’animo in cui mi trovo, per cui forse avrò voglia di continuare ad "alimentare" il mio blog anche quando sarò finalmente libera da questo cocciuto spleen metropolitano, che come un coperchio pesa sull’anima gemente in preda ai lunghi affanni… (scusa Baudelaire ma “coperchio” è una parola che in questo blog ci sta troppo bene!).

Ulteriore e doverosa premessa (poi giuro che ho finito): non sono una cuoca di professione, non passo le mie giornate a guardare Gambero Rosso Channel e non sto meditando di scrivere un libro di ricette per cuochi depressi (anche forse se non sarebbe una cattiva idea).
Semplicemente cucinare è una delle poche certezze che mi è rimasta…


Il lavoro è eternamente precario (ho scelto un settore che della precarietà ha fatto uno stile di vita), l’amore latita, gli amici vanno e vengono... ma cucinare mi piace sempre, e mi riesce anche benino.

E questo è quanto, niente di più e niente di meno. Rosolare a fuoco lento.