26.6.12

TheSpoonIsOnTheTable


I rigori li sbagliano soltanto quelli che hanno il coraggio di tirarli.
(Roberto Baggio)

Come la maggior parte delle donne, neanche io seguo un granché il calcio.
Tifo la Roma con entusiasmo prevalentemente territoriale (ner senso che so' de Roma e tifo a Magggica) e solo quando la classifica è rosea. Quando le cose vanno male (cioè la maggior parte delle volte) mi disinteresso olimpicamente della questione e passo a discutere di tacco 12 e dieta Dukan, così come stabilito nella notte dei tempi, quando Super Santos, il dio delle rotondità, diede agli uomini un pallone, una televisione e una pancia su cui poggiare la lattina di birra. E disse loro "altro non ti servirà, per essere felice".
E poi diede alle donne rotondità adipose, distribuite prevalentemente a casaccio, e disse loro "sarai forse rotonda, ma non per questo felice". 

Ma quando si tratta di mondiali ed europei, non so, ritrovo l'interesse.
Sarà che le tormentate vicende degli Azzurri mi intrattengono dal lontano 1990, quando sulle note rauche della Nannini guardavo i primi mondiali della mia vita. Ero alle medie, e con i compagni di classe tifavamo gli Azzurri ebbri di Coca Cola e Fonzies. L'Italia perse in semifinale contro l'Argentina del pibe de oro, ai rigori. La finale di Roma vide Maradona gridare "hijos de puta" ai tifosi italiani che lo avevano fischiato, e la Germania Ovest diventare campione del mondo. Era l'ultimo atto ufficiale della Germania Ovest, pensa te.
Quell'estate italiana del 1990 aveva avuto pathos a sufficienza per convincermi che Mondiali &Co erano un evento da non perdere. 

Ed è per questo che domenica scorsa ho guardato Inghilterra-Italia da un chiringuito sulla spiaggia di Barcellona, con gli occhi incollati allo schermo e nella testa le immagini di tutte le partite dell'Italia, o almeno delle più importanti. Ho visto un rigore sbagliato di Baggio; un cucchiaio di Totti e un golden gol di Trezeguet; un arbitro ecuadoriano contro l'acqua santa di Trapattoni; lo sguardo timido di Grosso, il suo rigore e il cielo azzurro sopra Berlino. (I mondiali del 2010 invece li ho completamente dimenticati, sono i miracoli della rimozione freudiana)
E poi arriva Pirlo e il suo cucchiaio, e penso che ci vuole tanto coraggio e tanta follia per fare una roba del genere. 
E penso che, cucchiaio o non cucchiaio, tirare un calcio di rigore in un'occasione come quella deve essere un'esperienza che ti cambia per sempre.
E penso a quanto costa tirare quella palla, quando tutta la tua squadra ti guarda, insieme a tutto lo stadio, insieme a tutti quelli che stanno incollati a qualche televisione, in Italia e altrove, insieme a tutti quelli che si aspettano qualcosa da te.
E penso che ogni calcio di rigore assomiglia, in qualche modo, alla vita. Ma non so bene come.
So solo che l'importante è tirare. 


Calmi comunque, giovedì ci aspetta la Germania, mica cotica.
Italia-Germania: una sfida infinita, una storia, un topos letterario. 
E sarà quel che sarà. 
E comunque vada, me ne ricorderò. Ognuno ha le memorie storiche che si merita.



COL CUCCHIAIO
Melone
Pomodoro
Sedano
Altro 

La ricetta sarebbe un gazpacho di melone e sedano, e ve la andate a leggere da Edda, che per altro ha un ottimo blog che vi consiglio di bookmarcare (talmente ottimo che fa venire una fame pazzesca). Tranquilli, la traduzione italiana è subito sotto.
Il gazpacho si mangia col cucchiaio, in caso la sottile metafora non fosse stata colta. 
Il gazpacho col melone è un gol a porta vuota, perché è facilissimo e buonissimo. 

Metafora o non metafora, evidentemente sto in fissa con i rigori, visto che ne ho parlato già qui e, soprattutto, qui
A volte sbaglio, a volte all'ultimo minuto non tiro, a volte faccio gol e mi scordo di esultare. Ma a volte anche io, nel mio piccolo, alla vita je faccio er cucchiaio.
The spoon is on the table, e buon appetito.


8 commenti:

  1. Adoro il titolo e mi hai fatto ridere con il tuo disinteresse olimpico quando le cose vado male, quasi una filosofia di vita. Sai che non avevo pensato al rigore come metafora di vita e adesso che lo dici, mi sembra veramente così... l'importante è tirare, bisognerebbe ricordarsene.
    Grazie di cuore per l link e le parole. È sempre un piacere leggerti, tra saggezza e ironia ;-)
    Un abbraccio!

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    1. Grazie Edda! Evviva il tuo gazpacho e viva i tiri, anche quelli a porta vuota! :)

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  2. che ridere, faccio proprio come te, torno a tifare solo per mondiali ed europei! mi segno questo gazpacho alternativo!

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    1. Il fatto che tu dica di voler "segnare" questo gazpacho non mi sembra affatto casuale, visto il post ;)
      Segna pure, e buon cucchiaio!

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  3. cara cuocaprecaria, la magggica è la magggica, e ho detto tutto (anche se nella mia testa sono rimasta a quando il capitano era er principe (Giannini ndr.)).

    Anche qui da me, nle cuore dell'Europa, dopo anni di letargo, all'improvvisa ci si organizza e si tifa Italia, sempre e comunque.

    Quel cucchaio mi ha gelata, ma sopratutto ha gelato gli inglesi, catapultato la partita che dopo 120 minuti ci stava logorando. Mitico Pirlo, mitico.

    Domani qui si torna a tifare e a soffrire. La Germania è a 5 minuti da qui, spero tanto di poter sventolare la bandiera italiana! Baci!

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  4. Bellissimo questo post!!

    Eh si, mondiali ed europei sono sempre molto avvincenti...

    Adesso concentriamoci su questa sfida infinita con la Germania!
    m

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  5. Ti leggo, e ti commento, a giochi ormai finiti! Con la Germania abbiamo giocato una bellissima partita, con la Spagna, lo sai senz'altro...lì da te il tifo è tifo forte!!, no.
    Leggendo il tuo post: per prima cosa ho riso: tu, la Maggica e il disinteresse olimpico quando perde...pesa cosa vuol dire tifare (con moderazione) Genoa da una vita...il disinteresse olimpico dovrebbe essere ormai un modo di vivere acquisito!!
    Poi ho letto che alle medie nel 90.. i tuoi primi mondiali ...santa pace! Io vivevo la mia grande storia d'amore durante i mondiali d'Argentina del 78!
    E questa cosa dei rigori mi piace molto!!
    E questo tuo gazpacho a metà con Edda (conosco bene il suo blog, lo visito spesso!)lo trovo buonissimo e rapidissimo (il che è una gran cosa, visto il caldo e la poca voglia di cucinare!)
    Un abbraccio!

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    1. Eh già, a giochi finiti... Qui a Barcellona però il tifo non è per niente forte, anzi. La maggior parte dei catalani non si sentono spagnoli, e non tifano "la Roja".
      E va be', ci ripensiamo tra due anni!

      Un abbraccio a te!
      CP

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