31.12.10

L'Eredità

Il modo migliore per predire il futuro è inventarlo
(Alan Kay)

Ci siamo. Poche ore e saremo scaraventati nel futuro alla velocità di un tappo di spumante saltato troppo in fretta. Futuro che questa volta non è solo un anno nuovo ma nientepopodimenochè un nuovo decennio. Grandi novità all'orizzonte, quindi.
Il 2010 resiste ancora, ma i botti di capodanno scandiscono il ritmo della marcia trionfale: le barbariche orde dell'Armata Lenticchia sono alle porte. Il 2010 è spacciato. Dead year walking. 
Come ogni condannato a morte si merita l'ultima sigaretta e la benedizione poco convinta di un prete stanco. Come ogni anno che muore, muore da solo, tra il sollievo generale di chi rimane. Nessuno sente la mancanza dell'anno che agonizza; tutti aspettano il 2011, armati di atomiche aspettative e barricati dietro la certezza che tutto cambierà, oh se cambierà. Il nuovo anno non è ancora arrivato ma ha già sulle spalle la tremenda eredità di tutti quelli che lo aspettano. Un compito difficile il suo. Quanti delusi lascerà sulla strada? Quanti lo ringrazieranno tra 12 mesi? Lo ameranno più dell'anno che oggi, solitario e un po' sfigato, se ne va tra una selva di fischi e qualche banale malinconia? 

Nessuno lo rimpiange e io non sono un prete, ma al morituro 2010 concedo lo stesso la mia benidizione, va'. 
Non è stato poi cosi male questo bistrattato ultimo anno del primo decennio di un nuovo, futuristico, millennio.
Il 2010 è stato per me la sintesi dei 9 anni che l'hanno preceduto. Ha condensato in 12 supersonici mesi tutto - o quasi - quello che poteva succedermi in un decennio. Mi ha messo alla prova. Mi ha stancato. Mi ha sfidato, trasportato in nuove terre, nuove case, nuove idee. Mi ha reso molto meno precaria ma molto più convinta che non è (solo) il lavoro ad essere precario, è la vita che è precaria. Ma forse il bello è proprio questo: non ci sono certezze, e a inseguirle perdi solo tempo; ci sono alcune risposte, quelle che ti dai tu e quelle che ti da, tuo malgrado, la vita. Ma mi ha insegnato anche che ogni tanto bisogna farsi nuove domande. 
L'anno che se ne sta andando mi ha ricordato l'importanza delle persone, degli amici, della gente che crede in te. Loro non se ne vanno mai, se tu li fai restare. Senza gli altri non sei nessuno, davvero. E sei solo davvero solo quando smetti di guardare gli altri. C'è sempre qualcuno da guardare. E poi ci sei tu, che ti meriti uno sguardo nuovo su te stesso. Magari non è solo l'anno che deve cambiare. Magari puoi cambiare un po' anche tu, se lo vuoi. 


Niente previsioni quest'anno, abbiamo un nuovo decennio che ci aspetta, c'è troppo tempo davanti per perdere tempo con la speranza. C'è troppo futuro da vivere per lasciarsi fermare dai dubbi. C'è troppo avvenire per restare indietro. C'è troppo cambiamento per rifiutarsi di crescere. 
Lasciamoci prendere, andiamo. Guardiamo avanti ma voltiamoci indietro, ogni tanto. A volte qualcuno si perde per strada: se è qualcuno a cui vogliamo bene aspettiamolo, prima o poi ci raggiungerà; se è qualcuno che non vuole più camminare con noi salutiamolo senza rancore, non tutti i viaggi sono di gruppo. Ma ogni viaggio è un percorso dentro di te. 


E come ogni anno, il mio augurio è sempre quello di amare un po' di più. Amare gli altri, sè stessi, le cose che si fanno.
A conti fatti, con un decennio che muore sulla suola delle mie scarpe, con una nuova città, un nuovo paese, un nuovo lavoro, con vecchie paure e nuove speranze, con tutto quello che è cambiato e tutto quello che ho capito e tutto quello che ancora non so; ho imparato che l'amore è davvero l'unica cosa che conta. Tutto il resto, in fondo, sono solo cazzate. 
Buon anno.




Roma 31 dicembre 2010.


(non sono un prete ma con le prediche comincio evidentemente a prenderci gusto... abbiate pazienza)

4 commenti:

  1. Io non me ne vado, ma tu fatti sentire più spesso.
    Un bacione e tanti auguri

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  2. L'anno nuovo e iniziato nell'anno vecchio con le nove paturnie che celano vecchie speranze.
    Andiamo avanti grazie a quello che abbiamo dietro.
    Grazie lau, delle parole e dell'amore.
    d.

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  3. Buon anno, Cuoca Ex-Precaria! :) Che sia ancora più bello e ricco di sorprese del precedente. Un abbraccio

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  4. Cara Cuoca Precaria, è con enorme gusto che divoro i tuoi rari interventi sul blog. Significa che hai di meglio da fare...ma ti prego, sei tra le poche persone che leggo dotata del bene dello spirito, della freschezza, mai pensato di scrivere un libro? hai qui la prima acquirente. Serenità!

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