21.6.10

OkComputer





Mai fidarsi di un computer che non è possibile gettare dalla finestra.
(Steve Wozniak)






Notti magiche inseguendo un gol (degli altri). Barcellona ha poco più di un milione e mezzo di abitanti, di cui un 20% sono stranieri. Vivere un mondiale qui è come fare un afterhour alle Nazione Unite. 


Mentre scrivo, da casa sento le urla dei supporter brasiliani che guardano la partita, roba che se ti distrai un attimo potresti pensare di essere a Rio. Ti basta un'occhiata al tuo didietro flaccido per capire che no, non sei a Rio; ma questa è un'altra storia. Venerdì ero in spiaggia e il tranquillo chiringuito dove bevevo il caffè era invaso dallo strepitio degli americani intenti a guardare Stati Uniti - Slovenia, che bastava chiudere gli occhi e ti sembrava di stare in un centro commerciale dell'Ohio nell'ora di punta. Che paura. Li ho riaperti subito, ho visto il mare e ho sospirato sollevata. I am not there. Oggi pomeriggio ho visto Italia - Nuova Zelanda con un gruppo di italiani, che bastava chiudere gli occhi e ti sentivi a Barcellona. Sono sempre l'italiana numero 23.546, non c'è niente da fare.
A parte questo frullato di torre di Babele in cui vivo, non c'è molto altro da dire. Cioè, ci sarebbe troppo da dire; non sapendo da dove cominciare, taccio. Solo una piccola nota di colore, così non dite più che ho smesso di essere precaria. La precarietà è uno stato d'animo, oltre che una quota, più o meno variabile, di sfiga. 
Dunque, a Barcellona io lavoro come software journalist, cioè scrivo articoli per un sito internet che si occupa di download di programmi (devo ancora trovare un modo più rapido per descrivere cosa faccio, abbiate pazienza). Recensisco programmi, in pratica. Sopra la mia testa (lavoriamo su due piani) camminano ogni giorno una trentina di informatici, tutto intorno a me bazzicano molti altri software journalist come la sottoscritta e io vivo immersa nella più sfrenata tecnologia dal lunedì al venerdì. Ahora bien, uno penserebbe che torno a casa e apro la porta con l'impronta digitale, guido una super car completamente robotizzata per andare a prendere il caffè con Bill Gates e compro il latte pigiando un tasto sul frigo. Uno penserebbe che ho una vita ipertecnologica. Be', no. Da quando faccio la software journalist ho una sfiga coi computer che potrei mandare in cortocircuito la centrale della Nasa con uno sguardo. Ricordate il mio vecchio portatile morto poco prima della mia partenza, poi fatto riparare in Italia poi ristramazzato appena messo pixel in Spagna
Era solo l'inizio. Ma non mi ero persa d'animo e, con la sicumera del primo stipendio spagnolo in tasca, ero andata a comprate un laptop per sostituire la buonanima italiana e tornare ad essere una donna online. In 7 minuti e mezzo ho scelto il mio novello amico portatile ("mi dia quello, grazie"), sotto lo sguardo felice del commesso che aveva venduto un computer senza nessuno sforzo, e ho pagato con nonchalance in un'unica strisciata di bancomat. Precaria a chi? 
Dopo pochi giorni mi accorgo che il computer nuovo di zecca ha un pixel rotto (un puntino morto nello schermo) e, soprattutto, non si accende se non è collegato all'alimentatore, cosa che in un portatile è una bella rottura di palle. Torno al negozio e al grido di "io sono una software journalist, mica cotica" mi faccio cambiare il computer, sotto lo sguardo scocciato del commesso. Trotterello verso a casa e mi avvio al mio destino sfavillante di Windows 7. Dopo tre giorni, bum: schermata blu, messaggio d'errore. Torno dal commesso, che mi guarda disperato, e gli restituisco il mio computer nuovo numero 2, che lui cerca di resuscitare senza successo. Era davvero morto, per di più in maniera inspiegabile. A quel punto mi vengono restituiti i soldi, sotto lo sguardo feroce del commesso che pur di non rivedermi avrebbe pagato di tasca sua. Casualità, penso. 
Ancora parzialmente ottimista, vado in altro negozio e coi soldi restituiti compro il computer nuovo numero 3, che poi sarebbe il quarto che cambio in un mese, se calcoliamo anche il portatile italiano. Ce l'ho da neanche 2 settimane e già mi ha dato per 3 volte una schermata blu di errore, il temibilissimo blue screen.

Domani torno al negozio. Coi computer ho sfortuna, in compenso sono la cliente più amata dai commessi di Barcellona.

MANGO MA NON PIANGO
Mango tagliato a cubetti 
Filetti di salmone 
Miele 
Limone 
Pepe 

 Una delle cose belle di vivere nella Torre di Babele è che dal fruttivendolo trovi di tutto, sempre. Tapioca, avocado, papaya, chirimoya, frutto della passione. Non hai che da scegliere, tutto il mondo entra comodamente nella tua sporta della spesa. Che non è molto politically correct, in tempi di cibo a chilometro zero, ma io vado sempre in metro o in bicicletta (altro che super car), per cui la mia coscienza ecologica è abbastanza tranquilla. Certo, consumo più computer io in un mese che 100 impiegati di Google, ma mica è colpa mia? 

Comunque, per tirarci su dopo un blue screen, possiamo canticchiare blue moon mentre prepariamo una tartare di salmone al mango. 
Faccio marinare i filetti di salmone nel mix di miele, limone e pepe per un'oretta. Poi taglio a cubetti il salmone e lo mescolo al mango. Metto in delle coppette e lascio in frigo fino al momento di servire. Rovescio nei piatti e, volendo, cospargo con del prezzemolo fresco tritato o, per esagerare, uova di salmone.
Ora sarà meglio che vada, scrivendo questo post ho usato il computer per due ore, potrebbe morire da un momen...



Blue playlist 

Gianna Nannini - Notti magiche
Elvis Presley - Blue moon





10 commenti:

  1. Ciao ! mi piace davvero leggerti . Mi spiace per il tuo pc , il mio funziona benissimo , ma in compenso sono io che combino un sacco di casini con lui :-)Dovrei venire qualche giorno nel tuo palazzo a respirare un po' di aria informatica ! Buona settimana . chiara

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  2. Oddio che ride .. non ci posso credere.

    Secondo me la prossima volta ti dovresti presentare al negozio con questa t-shirt .. ;)

    blue-screen-of-death-t-shirt


    Forse saresti piu' fortunata ;)

    p

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  3. E pensare che, lette le prime righe, stavo per chiederti consiglio su che portatile comprare :-))))
    Ho deciso che me lo compro da me.

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  4. ma che gli fai al computer?!! Forse da quando sei diventata una abilissima informatica i poveri portatili non riescono a starti dietro!! m

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  5. Dovendo acquistare un nuovo pc mi astengo dal chiederti consigli.
    Un bacio Lauretta, ti leggo felice e contenta ed io sono felice e contenta per te

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  6. Divertente e rassicurante questo post : sembra che sei a trastevere a fare incetta di computer al Tuo! Buonaa anche la ricetta ma un pò troppo estiva per noi che stiamo a morì de freddo. Baci e attenta attenta

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  7. A questo punto un doveroso aggiornamento: ieri ho portato indietro il computer. Oggi ho il computer nuovo numero 4.

    Si accettano scommesse sulla durata del quarto, coraggioso, nuovo portatile.

    Baci a tutti.
    Chi la dura la vince (più o meno),
    CP

    P.S. Pablo, voglio quella maglietta!

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  8. CP (PC?) compra un Mac! Anche un disastro come me riesce a farlo funzionare!

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  9. cara cuoca, perchè non provare un mac?se resistono a me che sono pasticciona assai più di te, dono davvero forti e buoni..

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  10. Non so com'è a Barcellona ma il quel della comunità valenciana la corrente instabile frigge facilmente i computer. Il mio aveva retto anche ai disastri indonepalese e in Spagna è defunto.
    Un nostro amico inglese fa riparazioni e dice che è FONDAMENTALE avere una di quelle robe simili a ciabatte ma che costano un pozzo per salvare anche i portatili. Dice che come minimo ti ritrovi con il cavo andato.

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