7.10.08

Bersagliati

Imparai a perdermi nella respirazione con tanto abbandono che talvolta avevo la sensazione di non essere io a respirare ma - per quanto possa suonare strano - di essere respirato.
(Eugen Herrigel - Lo Zen e il tiro con l’arco)


Ottobrata romana, fatevi sotto.
La Società per Azioni Inconsulte, CuocaPrecaria SpAI, è alla ricerca di personale da inserire nel proprio disorganico.
Ai candidati si richiede: capacità di lavoro di squadra, empatia, intelligenza, creatività, tolleranza, autoironia in dosi significative.
Questo è quindi il momento buono per: lodarmi o adularmi (non noterei la differenza), offrirmi supporto morale e/o materiale (ancora meglio entrambi), raccontarmi storie belle, darmi un pacca sulle spalle, un bacio accademico, un giorno di pace.
Astenersi privi di requisiti, perditempo, astiosi e rancorosi.
Si offre contratto a tempo indefinibile. Retribuzione secondo effettive competenze. Ottime cene.


Soprattutto ottime cene.
Al momento infatti, mentre tutto il resto traballa, ho l’Io Gastronomico in gran forma e mi produco in improvvisazioni culinarie di alto livello (per i miei livelli).
Vado forte specialmente nelle jam session di“cosa abbiamo in frigo”. Scruto gli sparuti ingredienti che ancora attendono una collocazione alimentare, li riordino mentalmente e appronto combinazioni che stupiscono anche me.

I risultati sono quasi sempre buoni, a volte ottimi, a volte, quando mi distraggo, bruciacchiati. Ma in generale il bilancio è assolutamente strabiliante, se teniamo conto della scarsità di alimenti che normalmente caratterizza il mio frigo.

La mia creatività ora è stranamente focalizzata sull’agroalimentare.
Potrei mettermi a zappare la terra. Per cui allargo la ricerca di personale anche ai latifondisti della zona (si offrono interessanti provvigioni). Prestatemi un campicello dove coltivare zucche e pomodori e, nel contatto con la terra, ritrovare finalmente me stessa.

O dove perdermi definitivamente di vista. Non sono sicura che sentirei la mia mancanza.

In attesa di smistare la creatività anche oltre il mio orto, o il mio fornello, nei prossimi giorni allungherò il brodo della sezione link, aggiungendo alcuni blogger che si occupano di lavoro, precariato e stabilità, certezze e dubbi, scrittura e analfabetismo di ritorno. Sono tempi duri, e bruciacchiati, bisogna ascoltare voci nuove, le vecchie blaterano risposte che non servono più a nessuna domanda.
Conto di dare presto il mio contributo alla causa, soprattutto agli analfabeti, quelli di ritorno e quelli che non si sono mai mossi da lì.
E ora libiamo, negli incerti calici.

ME, MY FRIDGE AND I

Niente ingredienti, stiamo parlando di una jam session, dovete improvvisare. Il mio ruolo qui è solo quello di guidarvi nella fase creativa del processo.
Nel nostro corso accelerato di lo zen e l’arte del frigo mezzo vuoto per prima cosa, cari amici, occorre “impostare l’attitudine”.

La nostra powerful mind deve essere chiaramente focalizzata sul risultato positivo del processo, come quando tirate con l’arco (e chi non tira con l’arco al giorno d’oggi?), bisogna vedere la freccia che centra il bersaglio ancora prima di tirare. Chiaro, no?
Ci avviciniamo al frigo con passo sicuro, respiriamo col diaframma e lasciamo fluire liberamente l’energia. Svuotiamo la testa dai pensieri negativi, noi possiamo farlo. Yes, we can (anzi ripensandoci questo non diciamolo, porta sfiga).
Ripetiamo insieme: io sono consapevole delle mie capacità, io mi stimo e mi voglio bene, io mi perdono per l’arrosto bruciato, io amo l’universo e l’universo mi ama.
Respiriamo ancora. Liberiamo l’energia. Mente focalizzata sull’obiettivo. Io sono calma e tutto andrà bene.
Ok, adesso possiamo aprire il frigo.

Buona fortuna.


6 commenti:

  1. Magnifico questo mondo di disoccupati a tempo indefinibile! Vorrei
    associarmi e suggerisco come play list (visto che oggi manca)qualcosa di nostrano ,tipo un "vorrrei incontrarti tra cent'anni" da canticchiare andando agli appuntamenti di lavoro come verso gli avanzi del frigo.E come lettura ...Einstein naturalmente :un sano distacco non può che giovare.

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  2. Grazie Sibilla.
    A proposito di Einstein, è notizia di queste ore che i giapponesi ci hanno appena fregato il nobel per la fisica, che andava invece dato a Nicola Cabibbo, fisico delle particelle. I due giapponesi pare si siano semplicemente limitati ad ampliare un'idea centrale la cui paternità è del nostro Cabibbo.
    Adesso invece rimane solo da aspettare che il Gabibbo consoli lo sfortunato studioso e consegni il tapiro d'oro agli scopiazzatori nippoci.
    Consigliamo caldamente al Cabibbo con la C e con le particelle di esercitarsi molto in questi giorni nell'arte del "sano distacco".

    Saluti "copiosi".

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  3. mio frigo: un iogurt, un pomodoro non troppo fresco, de l'eau froide ed una cosa che non so che sia -neanche riesco a ricordare com'è arrivata li...-
    Ora aiutami tu trovare il zen!

    Baci

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  4. Caro Pep, il nostro è un corso di lo zen e l’arte del frigo MEZZO vuoto. La saggezza orientale dice: quando il frigo è COMPLETAMENTE vuoto, e perdipiù invaso dagli alieni, non ti rimane che fare un bel respiro e andartene al supermercato.
    Così parlò il saggio.

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  5. Leggerti è sempre piacevolissimo.
    Detto ciò, stasera nel frigo c'è proprio la zucca, ma non coltivata in un orticello casalingo.
    Capacità di lavoro in squadra: ce l'ho.
    Empatia: pure troppa.
    Intelligenza: mh.
    Creatività: ce l'ho.
    Le cene: mi piacciono.
    Tolleranza: molto poca. Però posso servire il tè ogni tre ore.
    Assunta?

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  6. Cara Acilia, la zucca zen è l'ideale per i creativi empatici, so che ne farai meraviglie.
    Allo stesso modo, un tè molto poco tollerante è il giusto antidoto al buonismo dilangante.
    Sei assuntissima!

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