25.11.09

Monopolizzati




Alea iacta est.
(Giulio Cesare)










Potremmo parlare di un sacco di cose oggi. Per esempio:

  1. Della proposta di abolizione della pausa pranzo. Sinceramente non capisco il perché di tante polemiche. Prima di Natale un po’ di digiuno non può fare che bene. E invece state tutti lì a mugugnare: è il solito magna magna.
  2. Di processi abbreviati e di lunghe noie. Leggi ad personam e persone per la legge. Ma mi passa la fame a parlarne. Il che ci riporta al punto 1, ripassi dal via e peschi la Carta degli Imprevisti (e chissà che prima o poi tu non finisca sulla casella Prigione).
  3. Di precariato, che nel nostro Monopoli corrisponde alla casella Posteggio Gratuito. Rimani parcheggiato lì per almeno 3 turni, o 3 anni, o 3 vite. Mi è definitivamente passata la fame. Tiro il dado (knorr) e cerco di mandare in bancarotta la sfiga.


Invece non parleremo di niente, a Monopoli perdo sempre, e questo mi deprime un po’. Credo di non avere la stoffa del grande capitalista. Ma forse è un bene, che sennò comincio a costruire quartieri, televisioni, banche e ville in Sardegna. Poi mi candido in politica e mi tocca farmi leggi ad personam. Sai che fatica?

Rimango qui. Il dado è tratto, pesco la carta Probabilità.




SOLITA MINESTRA

Verdure

Dado

Acqua

Pastina o riso (facoltativi)

Olio

Sale

Pepe

Parmigiano


Mi sento un po’ male a darvi la ricetta del minestrone. E infatti non lo farò. La ricetta serviva solo ad utilizzare il nostro dado. Il minestrone è un piatto ad personam, ognuno ha il suo. E, come per i processi, non può essere abbreviato senza rinunciare alla qualità. Richiede tempo, pazienza e inventiva. Insomma richiede tutto quello che manca ora in Italia.

A chi ha tempo, buon appetito. Agli altri, ritirate il dado.


Playlist senza tempo

The Police – No time this time

The Verve – This time


13.11.09

TuttaLaVitaDavanti

Il peggio nel peggio è l'attesa del peggio.
(Daniel Pennac)

Ho una notizia buona e una cattiva.
La buona è che la vita media si è allungata rispetto a quindici anni fa, quindi saremo vecchi per molti anni in più. E saremo tantissimi.
Per trovare un tavolo libero al circolo anziani bisognerà farsi mettere in lista dal PR, ci saranno after hour party dal medico della mutua e dentiere firmate da Luis Vuitton. Ci saranno carrozzelle con motore Harley-Davidson e bastoni da passeggio con iPod incorporato. Ci saranno bianche chiome rasta, tatuaggi sbrindellati e piercing penzolanti dalle rughe. Ci saranno droghe, birre e linee di abiti trendy per attempati. Ci sarà VecchioBook e MyProstataSpace. Sarà una lunga festa. Saremo milioni di giovani vecchi, sarà bellissimo.

La cattiva notizia è che saremo ancora più poveri, ed eternamente precari. Da gennaio 2010 entrerà infatti in vigore la sibillina norma "Revisione dei coefficienti di trasformazione". In pratica si è deciso che visto che la gente vivrà di più lo stato deve pagare di meno, semplicemente. Cioè, se ora vai in pensione e prendi, diciamo, il 60% del tuo stipendio, quando i vecchietti rock saranno pronti per la panchina intascheranno solo il 50%. Poi possono recuperare, magari decidendo di andare in pensione a 65 anni, e allora si rimedia uno sballoso 53%. Se lavori fino a 75 anni forse riesci ad ottenere una pensione decente, ma spenderai tutti i tuoi soldi in medicine per l'ulcera.
Senza calcolare che, hey così va la vita, se hai un contratto a progetto i soldi che ora versi per la pensione non li vedrai praticamente mai.
E quindi con il contratto a progetto regali soldi allo stato e finanzi idee geniali come quella della revisione dei coefficenti di trasformazione.

Il tempo è un concetto relativo. Quando avrò 75 anni avrò versato contributi negli ultimi 50 anni, ma allo stato risulterà una mia anzianità pensionistica di 86 minuti, secondo più secondo meno. Mi daranno 5 euro e una canzone gratis da scaricare sull'iPod.
We're gonna rock around the clock tonight.


ASPETTA E SVECCHIA
6 - 7 limoni
1 litro di alcool puro
1,5 litri di acqua
600 grammi di zucchero

Visto che dobbiamo aspettare ancora un bel po' prima di vedere in nostro nome in lista per il tavolo al circolo anziani possiamo ingannare il tempo preparando un limoncello, che richiede un fegato rock, tanta pazienza e molto spirito, in tutti i sensi. Inutile dirvi che ci sono 7895 maniere diverse di preparare il limoncello, la mia come al solito è la tecnica quick and easy, che signori miei la vita è già tanto complicata così.
Mi procuro dei limoni buoni, possibilmente di Sorrento ma comunque non trattati. Con il pelapatate ricavo le bucce, facendo attenzione a non prendere la parte bianca, che rende amaro il liquore. Metto le bucce in infusione con l'alcool per almeno 5 giorni - ma più aspetti e più svecchi, e visto che l'attesa è lunga... Quando arriva il momento, faccio scogliere lo zucchero nell'acqua e poi aspetto che lo sciroppo si raffreddi. A quel punto unisco l'alcool con le bucce e filtro il tutto. Imbottiglio e poi lascio riposare quanto mi va. A volte io lo bevo il giorno stesso ed è buono comunque, ma più sei bravo a pazientare e meglio è. Tanto il tempo non ci manca, no?
Salute.

Playlist giovani dentro
Bill Haley - Rock around the clock

5.11.09

LaPrecariaStorna


Vola solo chi osa farlo.
(Luis Sepúlveda)


Puntuali come ogni anno di questi tempi, gli storni solcano i cieli di Roma, piroettando sopra il Tevere prima di decollare alla volta di un caldo Sud. Prima di partire però si premurano di depositare sulla città eterna tonnellate di gastrici souvenir, lasciando noi popoli stanziali nella merda fino al collo. Come se non avessimo già abbastanza guai.

E come un piccolo e traballante migratore, anche la vostra CuocaPrecaria ha lasciato oggi l’ennesimo nido (ma senza gastrici souvenir). Sarò pazza, ma proprio non me la sentivo di continuare a fare un lavoro che richiede impegno, competenza e preparazione per guadagnare meno della cameriera part time di un pub poco frequentato vicino al Raccordo Anulare. Lei almeno può bere gratis. A me rimaneva solo l’amaro calice da buttare giù ogni giorno in silenzio. E per di più per un lavoro che non mi piaceva.
E lo so: fuori è un mondo difficile, parecchio difficile, ma io non voglio ancora mollare. Ho ancora qualche cartuccia da sparare prima di ritrovarmi alcolizzata nel pub di periferia (tanto lo stipendio è lo stesso, e non devo pagare le tasse).

La precarietà è un veleno sottile, giorno dopo giorno, in silenzio, ti spinge a rinunciare ai tuoi desideri, a dimenticare quello che sai fare, e quanto vali. Prima che te ne possa accorgere ti ritrovi aggrappata con disperazione al primo co.co.pro che passa, e poco importa che non sia pagato il giusto (neanche il quasi giusto), che non piaccia, che sia solo un legale sfruttamento. Disperati dal vuoto di prospettive, si continua ad abbassare il livello di accettazione, tutto va bene e zitti e in marcia a lavoricchiare per quattro monete. Poi arriva la gastrite, cadono i capelli, ci si dimentica come si fa a sorridere. E soprattutto ci si dimentica sé stessi, chi eravamo, cosa volevamo, cosa sapevamo fare. Terrorizzati, tagliuzziamo le nostre ali, non sia mai si accorgano che qualcuno sa ancora volare. E planiamo sempre più in basso, fino a toccare il mare di merda e arenarci li, a guardare invidiosi e tristi quelli che emigrano, via, lontani.
Noi qui, da gabbiani a galline, non voliamo più. Al massimo saltelliamo, zoppi, fino al prossimo precariato.

Be’ no, scusate, lo so è colpa mia, me ne vergogno e già mi pento, ma no, non sono ancora pronta ad amputare queste vecchie ali. Ancora mi ricordo come si fa a sorridere. Ancora conservo qualche mia vecchia foto per raccontarmi chi ero. Ancora credo, un po’, nel valore del lavoro, nel prezzo della qualità, nella sostanza dei sogni. Forse emigrerò, above shit, in cerca di fortuna, forse rimarrò qui a praticare l’arte del volo ma no, grazie, le mie ali non ve le do.
Got to keep on moving.
Chi si ferma è precario, dentro.

AL VOLO
Pagnotta integrale
Prosciutto crudo
Zucchine grigliate
Feta
Erbe di provenza
Olio EVO

Su su, non c’è tempo da perdere. Un panino al volo è l’ideale prima di salpare verso nuove avventure. Al volo sì, ma con stile, come questo panino integrale e integralista, che si apre a nuove prospettive ma non dimentica chi è.
Apro la pagnotta integrale e riempio con prosciutto crudo, zucchine grigliate e feta tagliata sottile. Concludo con una spolverata di erbe di provenza (prima che presa dalla disperazione provi a fumarla) e un giro d’olio.
E via. Buon viaggio a tutti.


Playlist volante
Bob Marley - Keep on moving