22.9.08

Numerologia




C’è una cosa che non capisco.
L’Italia è piena di gente che lavora nei call center. Esce un film sui precari e lavorano tutti al call center, pure la Ferilli. Migliaia di italiani, da anni, non fanno altro che rispondere al telefono di un qualche call center.
Ma allora perché quando chiami non ti risponde mai nessuno? Ti rispondono dopo ore di attesa, se va bene.
Le altre migliaia di precari, in quale call center lavorano?

Ti telefono o no, ti telefono o no, ho il morale in cantina.
Oggi ho chiamato il call center di AceaElectrabel. Dopo la solita gincana volta a scoraggiare i perditempo (prema 3, poi cancelletto, poi prema 4, poi 5+2+9) alla fine del labirinto raggiungo l’agognata opzione di parlare con l’operatore, e finalmente mi mettono in attesa.
Qualche genio del marketing deve aver stabilito che “l’utente” si innervosisce di meno se fanno il countdown, tipo capodanno, per cui la vocetta elettronica gracchiava così: “il tempo di attesa previsto è inferiore agli 8 minuti, rimanga in linea”. Peccato che poi non andassero a scalare, che so: ora mancano 6 minuti, e poi 4, dai ci sei manca solo un minuto. No, la vocetta ha continuato a sostenere imperterrita: “mancano meno di 8 minuti”, non rompere.
L’8 nella Cabala significa prove, sofferenze e, soprattutto, pazienza.
Il genio del marketing ci aveva visto lungo.

Dopo 19 minuti finalmente mi risponde l’operatore numero 256, in cosa posso aiutarla?
Sfinita dall'attesa, decido di intavolare con il signor 256 una lunga conversazione, volta a risolvere una volta per tutte i miei problemi con le bollette della luce.
Esordisco con sicumera: Buongiorno, volevo segnalare un errore nella mia ultima bolletta, avete conteggiato i consumi dal dicembre 2007. Perché, visto che i precedenti pagamenti sono tutti regolari?
256: Mi dà il suo numero utenza, signora? Ok, la metto in attesa.
Passano 6 minuti.
256: (con aria di compatimento) No signora, non è un errore. È il conguaglio.
CuocaPrecaria: Ah…
256: Lo so, reagiscono tutti male quando scoprono il conguaglio, mi dispiace. (Empatizza con me. Evidentemente è uno dei tanti laureati in psicologia costretti al call center)
CP: (con molta meno sicumera) Ma non è possibile, faccio sempre la lettura del contatore. Sa, chiamo, do i numeri...
256: (ironico) Beh, sempre non direi. L’ultima è del luglio scorso, ma era da un anno che non notificava la lettura. Anzi, questo conguaglio non è neanche eccessivo, se spalma la cifra su 12 mesi. C’è gente che si ritrova a pagare conguagli di più di mille euro…
CP: (cerco di dividere mentalmente la cifra per 12, non ci riesco) Quindi non ho alternative?
256: No.
CP: (sfodero l’asso nella manica) Va bene, pago. Però l’Acea doveva versarmi un assegno di 200 euro per un conguaglio mal conteggiato di un anno fa. L’assegno non è mai arrivato.
256: (scocciato) Rimanga in attesa, controllo la pratica.
Passano 14 minuti.
256: Signora è ancora in linea? (Certo che sono ancora in linea, chi ti molla?) Sì, effettivamente per questa utenza risulta l’emissione di un assegno di rimborso. Non mi risulta se sia stato riscosso.
CP: Glielo dico io, non è stato riscosso. Semplicemente non è mai arrivato.
256: Mi dispiace. Allora inoltro di nuovo la pratica.
CP: (con tono complice) Ma perché complicarci la vita con le pratiche? Non possiamo scalare questi 200 euro direttamente dalla bolletta?
256: (per niente complice) Mi dispiace, se l’importo del rimborso è superiore ai 150 euro dobbiamo procedere con l’invio dell’assegno.
CP: (tra sé e sé) Se mi dice un’altra volta "mi dispiace" comincio a urlare…
256: Procedo con la pratica. Dobbiamo chiamare le poste per sincerarci che l’assegno non sia stato effettivamente riscosso e poi possiamo attivare una nuova richiesta di rimborso. L’assegno dovrebbe arrivarle a fine novembre. Se non le arriva ci richiami.

Già, fosse facile. Sconfortata, decido a quel punto di non vanificare la mezzora trascorsa in compagnia di 256 e AceaElectrabel e sondo nuove possibilità elettriche.
CP: Senta ma invece per avere la tariffa differenziata secondo le fasce orarie, che bisogna fare?
256: (impaziente) Signora non dipende da lei. Per attivare la day&night deve avere il contatore elettronico. Qui vedo che lei ha quello tradizionale.
CP: Infatti. E per avere il contatore elettronico?
256: (impazientissimo) Signora, l’impiantazione del contatore è affidata ad una ditta esterna, non a noi. Qui mi risulta che i tecnici sono venuti nella sua zona il 26 febbraio scorso, evidentemente non era in casa.
CP: Certo che non c’ero! Nessuno ha avvisato che sarebbero venuti i tecnici “dell’impantazione”. Come fa la gente a sapere che deve rimanere in casa se nessuno avvisa?
256: Ha ragione. Ma come le ho spiegato le impiantazioni sono affidate ad altri, non possiamo gestirle noi direttamente.
CP: Quindi immagino che non ci sia modo di sapere se e quando questi tecnici capiteranno da queste parti per una nuova “impiantazione”?
256: No, mi dispiace.
CP: (soprassiedo sull'ennesimo "mi dispiace", sospiro lungamente) Bene, pagherò la mia bolletta entro i termini, aspetterò che forse un giorno mi vengano restituiti 200 euro e, nel dubbio, rimarrò in casa. Fosse mai passassero quelli dell’impiantazione. Grazie e buon lavoro.
256: (sollevato) Grazie a lei signora. Buona giornata. Grazie per aver chiamato AceaElectrabel.


SE TELEFONANDO
250 grammi di riso
1 cipolla
1 scatola di passata di pomodoro
100 grammi di mozzarella
2 uova
pangrattato
brodo di verdure
vino bianco secco
farina
olio
sale
pepe

Se come me vi è capitato di perdere un’ora della vostra esistenza al telefono con qualche sardonico operatore, potete consolarvi della lunga attesa perdendo un altro po’ di tempo nella preparazione dei celebri supplì al telefono.
Faccio appassire la cipolla in olio extravergine d’oliva, poi aggiungo il vino (diciamo mezzo bicchiere) e faccio rosolare fino a quando non evapora tutto l’alcol. Unisco il riso, rosolo anche lui e poi aggiungo la passata di pomodoro, sale e pepe. A fiamma bassa, lascio sobbollire la salsa e aggiungo un po’ di brodo vegetale caldo. Giro, giro, lascio cuocere un quarto d’ora e poi aspetto che si raffreddi (faccio anche in tempo a fare uno squilletto al call center Wind, tanto per). Alcuni aggiungono al riso, prima della passata di pomodori, della carne macinata.
Secondo me non ci va, poi fate come credete.
In ogni caso formo delle polpette allungate, faccio un buco al centro e ci piazzo un quadratino di mozzarella. Richiudo bene i supplì e li passo nella farina, poi nelle uova (sbattute) e per finire nel pangrattato. Friggo in abbondante olio bollente e li mangio caldissimi, solo così la mozzarella fila come il filo di un telefono, appunto. Freddi diventano i supplì cordless, sconsigliati anche dai peggiori call center.
Ah, per chi voglia tentare la sorte: quaterna 8 – 2 – 5 – 6 sulla ruota di Roma.

Playlist alfanumerica
Gianna Nannini – Fotoromanza
Mina – Se telefonando

8.9.08

LookingForPinco



Senti, ma che tipo di festa è? Non è che alle dieci state tutti a ballare in girotondo, io sto buttato in un angolo, no... ah no: se si balla non vengo. No, no... allora non vengo. Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto così, vicino a una finestra di profilo in controluce, voi mi fate: "Michele vieni in là con noi dai..." e io: "Andate, andate, vi raggiungo dopo..." Vengo! Ci vediamo là. No, non mi va, non vengo, no.
(Nanni Moretti - da Ecce Bombo)


È fatta.
Da pochi minuti ho anch’io il mio profilo su FaceBook, il passaporto per la cittadinanza nel meraviglioso Villaggio Globale.
Nome, cognome e una bella foto tessera.
Adesso se volete venite pure a cercarmi.
Se invece non capite di che sto parlando digitate su Google “cos’è facebook” e troverete 1.260 link in italiano pronti a sciogliere ogni dubbio.
Comunque il portentoso sito (FB per gli adepti) è nato nel 2004 in un college americano per permettere agli studenti di comunicare fra loro. Adesso vanta qualcosa come 42 milioni di utenti in tutto il mondo.
Fondamentalmente dovrebbe servire a farti ritrovare vecchi compagni di classe, amici dimenticati chissà dove e tutto quanto fa nostalgia, nostalgia canaglia.
In pochi minuti ti registri, crei la paginetta con la tua foto, scrivi dove hai studiato e il sito in automatico va a cercare tutti quelli della tua scuola.
A quel punto mandi al Pinco Pallino di scuola la richiesta di includerti nella sua lista di amici. Pinco allora deve decidere: o “conferma che siete amici” (sì, FB dice proprio confermare), e ti aggiunge al suo elenco di simpatizzanti online, oppure ignora la tua richiesta e fa finta di non conoscerti (se tutti ti ignorano sei decisamente uno sfigato, proprio come a scuola).
Mi pare però di capire che vieni quasi sempre “confermato” (anche se a scuola eri un po' sfigato), perché su FB più amici hai in lista più sei fico. E siccome di tutti i profili (anche di chi non conosco) io posso stare a contare quanti amici ha, risulta subito evidente che nessuno ci tiene a passare per lo sfigato globale.

Al momento io ho una sola amica online. Temo che non migliorerò molto il ranking, visto che per il resto dei miei amici il top del tecnologico è mandarti un’e-mail, quando va bene. Già fanno fatica a capire cos’è 'sta cosa del blog che faccio io, chiedergli di iscriversi a FaceBook mi sembra veramente troppo.
Per quelli online, dubito che cercherò mai qualcuno, la possibilità che Pinco Pallino decida di non confermarmi è insopportabile.
Il trauma del “vuoi diventare amico mio?” lo superi a 8 anni. Sei perdi l’attimo sei spacciato a vita.

Comunque la prima cosa che ho fatto appena iscritta è stato cercarmi (e questo la dice lunga su parecchie cose). Be' in America esiste una tipa con il mio nome e il mio rarissimo, persino in Italia, cognome. È piena di amici.
Sono fiera di annunciare che ho appena trovato me stessa.


SCHITARRATA TRA AMICI
Spaghetti alla chitarra
Basilico
Mandorle spellate
Pomodori datterino
Olio
Aglio
Peperoncino

Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po', e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.
Lo so, alla fine non avete resistito. Siete andati su FaceBook e avete recuperato tutti i dispersi della III°A, meno Ciccio Manolesta, in prigione per furto con scasso, Deborah Coscialunga, trasferita in Brasile con un miliardario russo, e Pippo Ducapelli, tragicamente scomparso durante una complicata operazione di chirurgia tricologica. A questo punto vi tocca invitarli tutti a casa per una bella spaghettata in memoria dei vecchi tempi. Puntate su un piatto vegetariano, per evitare che Riccardo Lalternativ cominci a gridare Meat is Murder e che Titti Sciccheria si senta male perché è intollerante al pesce, al pollo e al gatto. Tirate fuori la chitarra per Gigi Er Magico, che a 40 anni continua a sostenere che un giorno la sua musica sarà finalmente apprezzata, e parecchio alcool per tutti gli altri, perché quando Er Magico comincia a suonare rimane solo da ubriacarsi e cercare di pomiciare col primo che capita sotto tiro.
Dimenticavo: la pasta in questione si ottiene frullando le mandorle con il basilico e l’olio d’oliva. Poi si aggiungono i pomodori e l’aglio (poco se puntate alla pomiciata) e si continua a frullare fino ad ottenere un composto omogeneo. Il peperoncino a parte che Titti non lo digerisce.
E buon divertimento.


Playlist vi raggiungo dopo
Albano & Romina - Nostalgia canaglia
Lucio Dalla - L'anno che verrà