24.9.10

ImpressioniDiSettembre







Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite.
(Richard Bach)




Il vento di settembre mi ha sposato una sorella, un’altra. Le cedo sempre un po’ malvolentieri queste sorelle mie, che sono state per me, la più piccola, i pilastri della mia infanzia, e non solo. Ma poi le vedo svolazzare verso un nuovo destino, e non posso che essere contenta. E augurargli un buon volo.
Io sono in patria e svolazzo nel suolo natio, che ritrovo così come l’avevo lasciato. Tutte le strade portano a Roma, ma una volta a Roma stai attento alle strade. Guidare nella Capitale è un’esperienza scioccante, se non sei più abituata.

7.9.10

NoSoloDeRumbaViveElHombre


The times they are a-changin'.
(Bob Dylan)





Il 30 agosto questo blog ha compiuto 3 anni. E dico 3.
L’8 settembre compio 6 mesi di vita barcellonese. E dico 6.
Se me ne intendessi anche solo un po’ di numerologia sbancherei al lotto. Ma non me ne intendo.
Ma veniamo a noi. Sono sparita indecorosamente, lo so. E voi mi immaginavate su una spiaggia al tramonto a bere mojito e ballare rumba catalana, lo so. Ma non ve ne intendete di telepatia. Ad agosto, sotto il sole inclemente di Barcellona, la vostra eroina si arrabattava per trovare una casa. Altro che mojito, tutt'al più un po’ di rumba.
Deve essere che i catalani hanno le gambe molto lunghe, o che camminano molto veloci. Fatto sta che in praticamente qualunque annuncio leggi “a 10 minuti da Plaza Catalunya” (il centro). Poi vai a vedere sulla mappa e sta a 10 minuti dall’aeroporto, o dal monastero di Monserrat. O dal centro sì, ma quello di Sant Cugat del Vallès.
Comunque è stata dura e ho camminato molto - altro che 10 minuti - ma ora ho una casa. Una casa vera, con le finestre, le porte e il bagno (optional questi non sempre inclusi), e una coinquilina che non è sociopatica e non ha nè cani nè gatti (la sociopatia e gli animali più o meno domestici sono invece optional spesso inclusi nelle case in affito). In più, sono a 20 minuti onesti da Plaza Catalunya. A piedi, in bici molto meno. Sono diventata un’insospettabile amante delle due ruote, quelle a pedali. Bastano una manciata di piste ciclabili, un servizio efficente di bike sharing e una città senza sette colli e voilà: un’ex trasteverina motorinista incallita e stressata si trasforma in una pacifica biciclettara. L’altro giorno sono tornata dal lavoro in bici. 6 chilometri amici. Occhei, 3 sono in discesa. Ma insomma, sono sempre 6 chilometri.
A proposito di 6, sono qua da 6 mesi, roba da matti. I 6 mesi più veloci della storia. Avrei tante riflessioni sociologiche sulla vita catalana da condividere con voi, tutte di sconvolgente intensitá, ma vivo dentro una centrifuga. Questi non sono 6 mesi normali, sono 6 mesi supersonici. Prendi le tue cose, la tua casa, la tua vita e metti tutto nel cestello a 900 giri. Ecco, è così che sto. Rimando quindi le riflessioni sociologiche a momenti più pacati, o almeno alla fase dell’ammorbidente. Intanto accontentatevi di sapere che a Barcellona non esiste la liquerizia pura, nè i finocchi. Si può vivere anche senza, tutto sommato, ma fa strano quando te ne accorgi. Ci sono zucchine e la zucca, di varie forme, c’è tutto l’anno, ma i fiori di zucca no, mai. In compenso hanno una strana ossessione per gli asparagi, sia verdi che bianchi. Al supermercato trovi scaffali pieni di asparagi in salamoia. Tutto ciò sospetto voglia dire qualcosa, nasconde un significato profondo, un po’ come le mie riflessioni sociologiche di sconvolgente intensitá. Aspettiamo, quindi, per capire.
Riguardo ai 3 anni di CuocaPrecaria, sono stati veloci anche quelli. Non centrifugati, ma comunque veloci. Ma anche qui, non è il momento di pacate riflessioni e in ogni caso, già l’ho detto, non mi intendo di numeri. E comunque qualche perla sociologica su cosa significa avere un blog e su com’è la vita quando sei una CuocaPrecaria credo di averla già disseminata, qua e là. Se poi in questi 3 anni non siete stati attenti, be’, mica è colpa mia. Non telepatici e disattenti, bei lettori che mi ritrovo.
Scherzo, siete meravigliosi come sempre e sappiate che se esco dalla centrifuga e scarabocchio a fatica qualche pensiero è solo per voi.
E poi del resto ognuno ha i lettori che si merita.


CENTRIFUGA, ARACHIDI E ALTRE AMENITÀ
Filetto di maiale
Burro di arachidi
Miele
Salsa di soia
Cipolla
Olio

Vivere a Barcellona senza liquerizia pura ma con il burro di arachidi ha un senso nascosto, no? In ogni caso, mi sono ritrovata con un burro di arachidi per la prima volta nella vita. Seguendo fedelmente la filosofia della centrifuga, ho semplicemente scaraventato il burro di arachidi sulla prima superfice commestibile che ho trovato. E il risultato è stato sorprendetemente buono. Be’, la vita nella centrifuga ha anche i suoi lati positivi.
Taglio mezza cipolla e la faccio rosolare in un po’ d’olio. Poi aggiungo la carne tagliata a striscioline, faccio saltare, aggiungo il miele e sfumo con la salsa di soia. Lascio colorare un po’ la carne e aggiungo il burro di arachidi, all’inizio poco (un cucchiaino per etto di carne, tipo), se poi vedo che il sapore mi piace aggiungo. Se il burro di arachidi è molto denso aggiungo poca acqua in padella. Lascio cuocere per circa 20 minuti a fuoco lento.
E questo è quanto, almeno per il maiale in salsa d’arachidi.
Sulla centrifuga, i 6 mesi, i 3 anni e tutto il resto, seguiranno aggiornamenti.

Playlist a 900 giri
Albert Plá - Salsa pal nene
Bob Dylan - The times they are a-changin'