23.8.09

StellePrecarie







Per aspera ad astra.
(Seneca)






Anche questo ferragosto ce lo siamo tolto dai piedi.
Alcuni rapidi aggiornamenti prima di rimandarci a settembre:

L’italiano medio ha troppi tatuaggi, è troppo abbronzato ed è, decisamente, troppo depilato. Bisogna inventarsi qualcosa per far tornare alla ragione l’uomo italico.

Il cielo al mare ha un sacco di stelle. Ha tutte quelle che in città non si vedono. Pensi che non ci siano più, te ne dimentichi, vivi la tua vita orfana di cielo e poi eccole lì, e sono tantissime. È un pensiero che consola (soprattutto dopo aver visto l’uomo italico).

Il destino esiste, è come le stelle. Sta lì a guardare, fa finta di niente e poi, zac. Le cose cambiano anche se non vogliamo, o non ci speriamo più. Cambiano anche se non ce ne accorgiamo. Anche questo consola, spesso.

Il 30 agosto CuocaPrecaria compie due anni. Il tempo passa sempre ma, diversamente dalle stelle e dal destino, non puoi mai fare a meno di notarlo. E questo spesso non consola.

La torta alle mele è buonissima anche con le pere. Decidete voi se questo vi consola o no.

In ogni caso consolatevi, l’estate è quasi finita e presto smetteremo di vedere le stelle. Ma loro non smetteranno di vedere noi. Perciò comportatevi bene, siete osservati.


CASUALITÀ
250 grammi di farina
4 o 5 pere (a seconda della grandezza)
150 grammi di burro
150 grammi di zucchero
1 bustina di lievito
2 uova intere
½ bicchiere di latte
1 pizzico di sale
scorza di 1 limone grattugiato
cioccolato fondente grattugiato

Quando si dice il destino. L’anno scorso per il primo compleanno di questo blog divulgavo al mondo la ricetta della torta di mele di zia Anna. Poco tempo fa mi trovavo in campagna a casa di amici. C’era un albero di pere e non c’erano mele. Quello che è risultato è stata una delle migliori torte di non mele che io ricordi. Un’ottima coincidenza per festeggiare il secondo compleanno di queste paginette.
La ricetta la trovate QUI, sostituite le mele con le pere e aggiungete all’impasto cioccolato fondente grattugiato nella quantità che preferite.
E che il vostro cielo sia pieno di stelle.

Playlist stellata
Muse - Starlight
The Cranberries – Stars
Francesco Guccini – Stelle
Giacomo Puccini – E lucevan le stelle (Tosca)

5.8.09

PerChiSeiBellaRoma?




Tuttavia Roma è la mia città. Talvolta posso odiarla, soprattutto da quando è diventata l'enorme garage del ceto medio d'Italia. Ma Roma è inconoscibile, si rivela col tempo e non del tutto. Ha un'estrema riserva di mistero e ancora qualche oasi.
(Ennio Flaiano)








Una caldissima serata di fine luglio. Tra i tavolini affollati di un bar di trastevere, circondate da un’umanità rumorosa, improbabile e sudaticcia, due amiche bevono una Peroni e discutono di massimi e minimi sistemi.
CuocaPrecaria ha il cipiglio mistico delle grandi occasioni, lo sguardo perso in un avvenire lontano e dolciastro e il pessimismo catastrofico che le regala l’estate:
«La bellezza di Roma è inutile. I romani non sanno che farsene, la maltrattano, la sfottono come una donna bella ma un po’ noiosa le cui grazie oramai hanno smesso di sedurre. Sono fieri della loro città, ma non la guardano più.»
«Poveri turisti, non li invidio per niente. Li vedi camminare sotto il sole con le infradito, le spalle scottate e i piedi sporchi in bilico sui sanpietrini arroventati. Scattano foto - fontana di Trevi, Pantheon, Colosseo, Piazza Venezia - mangiano pizza e cappuccino, muoiono di caldo, si fanno maltrattare da camerieri annoiati e insolenti che a loro sembrano pittoreschi, salgono sugli autobus a due piani dove una guida sottopagata biascica poco convinta quattro nozioni sui Fori Imperiali, fanno una passeggiata serale tra bancarelle piene di foulard cinesi, comprano souvenir assurdi e poi tornano a casa a dire agli amici quant’è bella Roma. Mostrano le foto, fanno pediluvi, mettono creme sulle scottature e ancora una volta di questa città non hanno capito niente. Forse sono contenti lo stesso, o forse devono essere contenti. Mica puoi fare una vacanza a Roma e poi dire che non ti è piaciuta, no? Ma la finta osteria con le tovaglie a quadretti rossi e bianchi dove servono carbonara scotta, vino scadente e scontrini astronomici non vale il viaggio fino a qui, anche se l’osteria è in una piazza bellissima, o in un vicolo pittoresco. Eppure loro che ne sanno? I romani sono contenti così, non vogliono che i turisti scoprano la loro città, quella vera, quella così affascinante che la puoi anche maltrattare, farla sentire in colpa per la sua assurda, magnifica, inutile bellezza.»

L’amica sembra colpita da queste parole, ha l’aria mistica anche lei adesso. Ma forse ha bevuto troppa birra, fa troppo caldo. Dice solo:
«Devi fare un post sull’inutile bellezza di Roma.»


Eccolo qui allora il post, inutile come la bellezza di una città troppo calda e troppo stanca.
Con l’augurio che i romani tornino ad amare questa città e i turisti abbiano modo di capirla un po’ di più. Con la speranza che Roma non sia solo bella ma anche un po’ più viva, stimolante, promettente. E con un suggerimento piccolo piccolo a chi questa città la governa: perchè non renderla più accessibile, più trasparente, più viva? Perchè costruire quartieri che sono solo dormitori senza pensare che la bellezza di una città è fatta anche dalla sua periferia? Perchè dobbiamo vivere in centri storici immobili e polverosi come musei o in banlieue sperdute dove arrivare in centro è un incubo ma ci devi arrivare comunque perchè dove abiti tu non c’è niente?


Qui il link ad una triste puntata di Report sull’abusivismo edilizio a Roma.
E no, niente ricetta della carbonara, sarebbe inutile. No?

Playlist capoccia der monno infame
Antonello Venditti - Roma capoccia