10.6.09

PiùPrecariDiCosì...

La vita è una sola. E non nel senso che è unica.
I mesi di stipendio annunciati QUI con tanta sicumera forse non saranno più 3, ma 2 e un pacchetto di caramelle del discount. Cioè il mio contratto è di tre mesi ma, come ho testè scoperto, forse luglio non si lavora, e se pensate che lavoro a cottimo arriverete facilmente alla conclusione che luglio col bene che ti voglio manco un euro ti guadagno (e maggio e giugno sono pagati da fame). Il tutto l’ho dovuto indovinare attraverso indagini degne dell’ispettore Clouseau. I miei magnanimi quanto distratti datori di lavoro semplicemente si erano dimenticati di dirmelo. E che vuoi che sia?
Non contenta ho altresì appreso di dovere al fisco la bellezza di euro 370 relativi all’adeguamento dell’aliquota di non so che cosa dell’anno solare 2008. Anno solare e molto simpatico in cui la vostra eroina ha lavorato da febbraio a luglio, il resto in gloria, e in cui ogni prestazione lavorativa è stata regolarmente contrattualizzata e tassata.
Ma evidentemente non basta, e pazienza se i mesi in cui non ho lavorato lo stato italiano non me li pagherà mai, intanto devo versare io. E che vuoi che sia?
I soldi non fanno la felicità, ma la mia sfiga farebbe scappare un vaffanculo pure al Dalai Lama.

Ma, ehi: non penserete mica che mi deprimo? Giammai, continuo a sorridere alla mia ruota della fortuna, prima o poi dovrà pur girare nel verso giusto...
Bubbole, sono distrutta ma la verità è che una depressione ora non me la posso permettere, con quello che costano gli strizzacervelli, lo Xanax e i corsi di yoga per riappropriarsi del proprio respiro e dire per sempre addio allo stress.

Vi annuncio quindi ufficialmente, cari lettori, che tra un po’ inizierò i saldi lavorativi di fine stagione: chiunque fosse interessato ad assoldare CuocaPrecaria per i mesi estivi (o per tutta la vita) può contrattualizzarla ora per pochi euro, un affare. Formula soddisfatti o a progetto. Stipendio rateizzabile, nessun vincolo, inaffondabili doti di multitasking a disposizione perpetua.
E che vuoi che sia?

QUANDO IL GIOCO SI FA DURO…
Pane secco
Passata di pomodoro
Mozzarella
Basilico
Latte
Olio
Sale

Quando il gioco si fa duro, ti rimane solo il pane secco. Rimboccati le maniche, compra della mozzarella in offerta e preparati una bella pizza di pane, un piatto talmente povero che l’alternativa più economica è il digiuno.
Prendo le fette di pane raffermo, le passo rapidamente nel latte e le sistemo poi in una teglia da forno. Ricopro con la passata, aggiungo un po’ di sale e cospargo il tutto di fette di mozzarella, un po’ d’olio e qualche foglia di basilico. In forno caldo per circa un quarto d’ora ed è fatta.
Il Dalai Lama dice: “Il mio suggerimento o consiglio è molto semplice ed è quello di avere un cuore sincero.”
Io per oggi mi astengo dalle pillole, di saggezza.

Playlist che s’ha da fa pe’ campa’
Riccardo del Turco – Luglio

7.6.09

ExVoto


Governare è far credere.
(Machiavelli)


Giornata elettorale e domenica piovosa.
Due ottimi motivi per essere di cattivo umore. Il primo è particolarmente efficace.

Rimiro il bianco teschio della mia scheda elettorale e mestamente recito:
Votare o non votare, questo il dilemma. Se sia più nobile d’animo sopportare gli oltraggi di una classe politica imbarazzante e per loro, o contro di loro, suffragare, o prender l'armi contro un mare di triboli e disperdersi nel seggio con una scheda bianca di silenziosa protesta. Votare, dormire, nulla più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie di foto rubate, sinistre all’arrembaggio del nulla e all’ottusa, opaca indifferenza che tutti ci travolge. Morire, votare, sognare forse: ma qui é l'ostacolo, quali sogni possano assalirci in quel sonno di politica. É la remora questa che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.

Alla fine temo che andrò a votare, turandomi naso, bocca e orecchie.
L’ottimismo è il deodorante che non dura tutto il giorno, l’odore di marcio arriva ovunque ormai, non solo in Danimarca.
Buona giornata anche a voi.

È TUTTO UN MAGNA MAGNA
150 grammi di mortadella
50 grammi di ricotta
Parmigiano
Panna liquida
Pistacchi

Un tempo, narra la leggenda, si usava mettere una fetta di mortadella dentro la scheda elettorale in segno di protesta, accompagnata dalla scritta “e mangiatevi pure questa”. Oggi il disamore per la nostra psicotica classe politica è tale che nessuno si sognerebbe di sprecare per loro neanche una fetta di mortadella. Meglio un silenzioso sit in culinario, che se è tutto un magna magna, tanto vale mangiare pure noi. La mortadella è sempre utile però, per esempio per farne una mousse.
Frullo la mortadella e la ricotta con il minipimer, aggiungo poi un cucchiaino di parmigiano e poca panna, quanto basta per rendere il composto cremoso. Lascio in frigorifero un paio d’ore e al momento di servire cospargo di pistacchi tritati.
Non sarà un granché come protesta, ma sgranocchiare un teschio non è particolarmente gustoso.
Amletici saluti e buon appetito.


Playlist si stava meglio quando si stava peggio
Franco Battiato - Povera patria