24.2.09

SeUnPomeriggioD'InvernoUnCercatore




Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia.
(Arthur C. Clarke)






Nella vita ho poche certezze. Una di queste è Google. Lui è sempre lì, trova tutto quello che cerco, mi da la posta elettronica, il blog, il raccoglitore di foto, le mappe e tutto quanto la mia vita tecnologica possa desiderare.
Oggi la posta elettronica di Google è andata in tilt per un paio di ore, e ancora adesso zoppica.
Mi sento tradita. Abbandonata dal mio Grande Saggio. Spogliata di una vita on-line.
E lo so che è solo un guasto momentaneo. Ma Google non sbaglia mai. Adesso che ha cominciato con gli errori potrebbe continuare. Sbagliarsi con i nomi nelle mappe. Non trovare quello che cerchi. Non riceve le tue e-mail.
Dove andremo a finire?
Tornemo indietro alla preistoira di carta e penna, enciclopedie, mappe cartacee?

Non sono pronta al collasso del sistema.
Almeno non prima di essermi definitivamente trasferita su una spiaggia deserta. Io, il sole, il mare, e un messaggio nella bottiglia: “come accendere il fuoco da soli - cerca con Google”

FILLO-SOFIE
Pasta fillo
Mele
Burro
Zucchero di canna
Mandorle tritate
Cannella

Ieri, per esempio, avevo della pasta fillo e delle mele. Ho interrogato il mio GoogleOracolo, mescolato un po’ i risultati, e mangiato quanto segue.
Sbuccio le mele e le taglio a tocchetti. In una padella con un po’ di burro faccio ammorbidire le mele insieme alla cannella. Fodero degli stampini da muffin con due rettangoli di pasta fillo sovrapposti. Riempo con le mele, cospargo di mandorle tritate e zucchero di canna e faccio cuocere in forno a 180° per una decina di minuti. Ottengo dei cestini ripieni di mele. Faccio intiepidire e mangio.
Ci sentiamo on-line. O ci vediamo sulla spiaggia deserta.

Playlist in bottiglia.
The Police - Message in a bottle




15.2.09

FratelloSoleSorellaMela


Un uomo ha molte stagioni mentre una donna ha diritto solo alla primavera.
(Jane Fonda)


A proposito di palestre, e di istruttori.
C’era una volta la mia infanzia, che, come qualcuno
ricorderà, si dipanava tra i sentieri tortuosi della lotta al grasso imposti dal matriarcato in cui vivevo.
Scoprii presto la mia vera natura: ero una “donna-mela”, di quelle che accumulano la ciccia nella parte alta del corpo. Questo mi garantiva lunghe gambe magre e continui “tieni indietro la pancia” di mia madre, “donna-pera”, e delle mie due sorelle maggiori, rispettivamente un’altra pera e un’altra mela. Nel frutteto chilofobico della mia famiglia approdò un giorno un pamphlet sovversivo, destinato a sconvolgere i nostri orizzonti dietetici. Era un libretto rosso, non di Mao ma altrettanto rivoluzionario. Sulla copertina svettava una sorridente Jane Fonda, all’interno decine di fotografie di donne intente ai più svariati esercizi, programmi di allenamento e consigli di vita. “Il mio libro di ginnastica” divenne rapidamente un cult book a casa nostra. Ricordo la mia stanza da letto trasformata in palestra, con le sorelle e le loro amiche intente a riprodurre gli esercizi consigliati da Jane ed io piccola a sgambettare in un angolo. I Duran Duran accompagnavano le nostre fatiche, Jane sorrideva dal suo libro e un futuro glorioso di eterna magrezza ci attendeva. Erano gli anni 80. I miracolosi addestramenti di Jane attraversarono trionfalmente l’intero decennio, allenarono un buon numero di mele e pere del quartiere e sbarcarono vittoriosi negli anni 90, quando la sottoscritta raggiunse l’adolescenza e l’ansia di smelizzarsi si fece concreta.
Al mio fianco avevo un’alleata, un’altra mela, pronta come me a combattere la ciccia senza esclusione di colpi. Era la mia vicina di casa, fedele compagna di avventure nei pomeriggi oziosi dopo scuola. Insieme ci accanivamo sulle pagine del libercolo, un addominale dopo l’altro in un mare di sudore che terminava spesso con una sostanziosa merenda, “tanto noi oggi abbiamo bruciato un sacco”. Ma nessuno può fermare il progresso, e di lì a poco il rivoluzionario libretto sarebbe stato superato da effetti speciali e colori ultravivaci. Con “La Repubblica” erano infatti arrivate in allegato alcune miracolose videocassette. Cindy Crawford, stanca delle passerelle, aveva deciso di lanciare una linea di video esercizi di aerobica che, ovviamente, non poteva mancare in casa mia. Jane rimase su uno scaffale a prendere polvere mentre sui nostri televisori riluceva Cindy, stretta in tutine mozzafiato e tutta intenta a spiegarci come diventare come lei con poche semplici mosse. I video erano ambientati in loft enormi a New York, su spiagge assolate di Malibù e in altre strabilianti location dove una delle donne più belle del pianeta saltellava con nonchalance sotto lo sguardo ammirato del suo personal trainer. La scena era quindi la seguente: io e la mia vicina, ingolfate in improbabili tutone, ansimavamo davanti al televisore cercando di riprodurre gli esercizi mentre la voce del personal trainer ripeteva “brava Cindy, sei bellissima”.
Furono anni difficili, quelli. Ma fu il mio tempo delle mele. E fu bello anche così.

Nel nuovo millennio, anche Cindy è in cantina. La mia vicina vive in Svizzera e io ho deciso di fare pace con la mela che è in me. Anche se non rinuncio alla palestra.
E ogni tanto, mentre trafelata eseguo il cinquantesimo addominale sotto lo sguardo sadico dell’istruttore, ripenso a quei pomeriggi, e sorrido.
Ah, io e la mia vicina tra di noi ci chiamiamo ancora Cindy e Jane. Ma non ditelo in giro.

IL TEMPO DELLE MELE
Mele
Uvetta
Zucchero di canna
Cannella

Se sei una donna mela, questo frutto è destinato a piacerti. Ma le mele al forno piacciono anche alle donne pere, alle donne sedano (le secchissime) e alle melone (le cicciottose). Piacciono anche agli uomini, specie se la mela gli viene consegnata da una donna. Ma questa è un’altra storia.
Prendo la mela, la lavo e la privo del torsolo. Riempo la mela con l’uvetta precedentemente ammollata e asciugata, lo zucchero di canna e la cannella in polvere. Volendo posso aggiungere anche delle mandorle tritate e/o dei biscotti secchi tritati e/o della scorza di limone. Metto in una teglia ricoperta da un leggero strato d’acqua e inforno a 180° per mezz’ora.
È buonissima, ed è più mela che mai.

Playlist renetta
Angelo Branduardi - Cogli la prima mela
Marlene Kuntz - Mala mela

8.2.09

ViaVia




Mi piacciono le favole dei filosofi, rido di quelle dei bambini, odio quelle degli impostori.
(Voltaire)




Prosegue inarrestabile la mia marcia trionfale in palestra. Ormai ho provato quasi tutte le lezioni, in un trionfo di lacrime e sudore che odora di tonici bikini e addominali piattissimi.
Ho imparato anche il gergo degli istruttori: urli incoraggianti, improbabili battute e dai dai dai forza abbiamo quasi finito scandiscono i minuti più faticosi delle nostre misere vite.
Fuori piove un mondo freddo, direbbe Conte, e noi sudiamo via i peccati uno ad uno, aspettando la primavera. Ma manca poco, no?

Nel frattempo in questo mondo freddo si decide della vita e della morte, di medici delatori, di ronde padane, di clochard bruciati e di immigrati in fuga da qualche pazzo vendicatore solitario.
Si sta meglio in palestra, ultimamente.
Via, via, vieni via di qui, niente più ti lega a questi luoghi, neanche questi fiori azzurri...

RADICCHIO INTEGRATO
Penne integrali
Radicchio rosso
Parmigiano grattugiato (o provola affumicata)
Cipolla
Olio
Sale
Pepe

Nell’attesa (vana?) che in Italia si cominci a parlare di integrazione, integriamo almeno la pasta con il radicchio, prima di tornare a nasconderci in palestra.
Usiamo pasta integrale, piena di fibre, che fanno bene un po’ a tutto ‘ste fibre, pare.
Semplicemente pulisco il radicchio, lo taglio a listarelle e lo metto in padella insieme alla cipolla tritata fatta leggermente appassire in un po d’olio. Aggiungo sale e pepe, copro e faccio cuocere una decina di minuti. Scolo la pasta al dente e poi la salto in padella insieme al radicchio. Volendo al radicchio si può aggiungere, durante la cottura, dello speck o del prosciutto crudo. Spolvero di parmigiano oppure cospargo di dadini di provola, e servo.
E chi può, si integri.

Playlist fuggi fuggi
Paolo Conte - Via con me