31.1.09

CiVuoleFisico

Il golf è l'unico sport dove i giocatori non vengono squalificati per l'erba.
(Bob Hope)

Andare in palestra ti porta a fare delle scoperte. Dal fondo degli abissi riemergono muscoli dimenticati, ritrovamenti archeologici che fanno tenerezza.
Il deltoideo esulta nella ritrovata attività, gli adduttori ballano la samba e l’addominale obliquo sorride al punto vita. Io sono un po’ stanca, ma non importa.
E poi oggi finisce gennaio, e questa, non so perché, è una buona notizia.
Nel frattempo cerco di abituarmi alla mia nuova weltanschauung salutista, alterno minestroni scoppiettanti di vitamine con ricadute ipercaloriche. Ma diamo tempo al tempo.
Già il tempo. Non è che le previsioni siano delle più rosee, a sentire i governi un po’ di tutto il mondo.
Quando finirà la Crisi? Offro un bicipite in omaggio a chi riporterà un po’ di calma nelle disastrate economie e nel mio conto in banca.

Non ho molto altro da aggiungere al momento, vi terrò aggiornati sugli ulteriori ritrovamenti.

EX PRIMO MINESTRONE
Minestrone surgelato (o preparato fresco per minestrone)
Uova
Parmigiano
Sale
Pepe
Olio

Va bene essere salutisti, ma a mangiare tutti i giorni il minestrone si finisce deperiti e depressi.
Una versione alternativa prevede di trasformare il minestrone surgelato in una frittata al forno. Così: prendo il minestrone e lo metto in padella con un po’ d’olio e della cipolla tagliata a tocchetti, fino a che le verdure non si siano scongelate (o faccio rosolare quelle fresche). Intanto sbatto i tuorli fino a farli diventare spumosi e aggiungo poi il parmigiano, le verdure, sale e pepe. A parte monto le chiare a neve ben ferma. Unisco i bianchi delicatamente al composto e verso il tutto in una pirofila unta con poco olio. In forno caldo per circa 20 minuti.
Ma mi raccomando, non dimagrite troppo: mi piacete così.

Playlist tonica
Francesco De Gregori - I muscoli del capitano
Luca Carboni - Ci vuole un fisico bestiale


21.1.09

Gratis&ColCiuffo


I soldi non fanno la felicità, dicono. Senza dubbio stanno parlando dei soldi degli altri.

(Sacha Guitry).



È finito il tempo delle vacche grasse, ieri mi sono iscritta in palestra. Il mio debutto in sala pesi ha tolto ogni dubbio a chi ancora pensava ci fosse per me un futuro da body builder. Ma come ha già detto Obama: “abbiamo preferito la speranza alla paura”, per cui ne riparliamo tra un mese, quando con nonchalance correrò sul tapis roulant la maratona di New York. Yes, we can.

Per il resto, il mio futuro lavorativo è ormai lo stesso di un sessantenne cassaintegrato, senza cassa però. Nel frattempo mi tocca sorbirmi incontri imbarazzanti con gli amici di amici di amici che potrebbero essere “contatti interessanti”. L’ultimo acquisto è stato un artista con ciuffo brizzolato sbarazzino, che a detta dei miei amici avrebbe potuto procacciarmi lavori appassionanti, stipendi milionari e feste tra attori e fiumi di champagne a Los Angeles. Gli incontri combinati “scopo lavorativo”, nella classifica delle cose-che-non-vorresti-mai-fare-ma-che-visti-i-tempi-te-tocca-fa’, sono secondi solo agli incontri “scopo serio fidanzamento” che gli stessi amici ogni tanto ti propinano, per cui sarà facile immaginare la gioia con cui la suddetta si è recata all’appuntamento al buio.
Il portatore di ciuffo brizzolato sbarazzino (d’ora in poi CBS) mi approccia con fare charmant, si presenta con improbabili nomi francesi e in 45 secondi mi snocciola il core business della sua attività, che non ho capito bene quale fosse ma non ho fatto domande per non interrompere il suo fighissimo elenco. Dopodiché improvvisa un colloquio di lavoro, con interrogativi pertinenti tipo “quindi cosa sai fare” e “ah bene, allora sai usare il computer”. Dopo un quarto d’ora di imbarazzanti domande e altri accenni compiaciuti ai “nomi grossi” che a sentir lui sarebbero clienti della sua società, parte la super proposta: andare al suo studio, nella periferia sprofondata di Roma est, tutti i giorni, a gratis, per fare telefonate. L’offerta è irresistibile perché si tratterebbe di procacciare affari per CBS il quale, nella sua infinità generosità, mi darebbe pure qualche spicciolo se gli trovo clienti. Se non trovo clienti niente, però avrei comunque la fortuna di poter stare giorno dopo giorno a contatto con un genio del ciuffo. Il che non è poco.
Temo di avergli spezzato il cuore, o quantomeno spettinato il ciuffo, rifiutando. E credo che non abbia ancora capito il perché. Del resto la proposta era davvero invitante.

Se qualcuno dei miei lettore fosse interessato, gli giro i contatti di CBS. Astenersi i perditempo che ancora credono che il lavoro vada pagato. Siete fuori moda e, ci scommetto, non avete neanche un bel ciuffo sbarazzino.

ME-LE PAGHI
6 mele farinose (o più, a seconda della grandezza)
650 grammi di zucchero
1 rotolo di pasta sfoglia

La prossima volta che incoccio qualcuno che vuole fare lo splendido a gratis, comincerò a sparare nomi francesi a caso, tanto per impressionarlo (e zittirlo) un po’. Mah sai, io ho lavorato per Philippe Matignon, sono intima amica di La Roche-Posay, domani sera esco con Tarte Tatin e Creme Brulè.
Nel frattempo la tarte tatin possiamo anche mangiarla, alla faccia loro. Quest’ottima torta di mele rovesciata si chiama così per le sorelle Tatin, che gestivano un ristorante nella Normandia di fine 800. Narra la leggenda che in una serata particolarmente convulsa la cuoca si accorse di aver dimenticato di preparare il dolce. In tutta fretta infornò le mele con lo zucchero e solo a metà cottura si rese conto che non aveva steso la pasta sotto le mele. Senza perdersi d’animo, decise che la pasta sfoglia l’avrebbe messa sopra e la rimise in forno. Una volta cotta la rovesciò e, voilà, era nata la tarte tatin.
In una tortiera antiaderente faccio caramellare lo zucchero. Aggiungo poi le mele sbucciate e tagliate a spicchi, mescolo bene e poi dispongo le mele a raggiera. Tolgo dal fuoco e ricopro con la pasta sfoglia sigillando bene i bordi. Bucherello con una forchetta e inforno a calore moderato per una ventina di minuti. Tolgo dal forno, capovolgo immediatamente e consumo tiepida.
Potere prepararla gratis per gli amici, basta che non abbiano il ciuffo sbarazzino.

Playlist a pagamento
The Beatles - Money
Renato Zero – Mi vendo
Abba – Money, money, money

11.1.09

UltimeNotizie



Na' tazzulella e' cafè e mai niente cè fanno sapè.
(Pino Daniele)


Splende su Roma un sole domenicale e birichino. Nel resto d’Italia, chi più chi meno, pure. Per colpa di questo ritrovato bel tempo nelle prossime ore i telegionali dovranno inventarsi qualcosa per cui valga la pena allarmarsi, i servizi sull’Italia “stretta nella morsa del gelo” al momento non servono. Del resto ce li hanno propinati in abbondanza nei giorni scorsi, come se la neve a Milano a gennaio fosse un evento di inaudita originalità.
Gli interminabili minuti che i tiggì dedicano al maltempo in inverno (e al caldo d’estate) mi fanno tornare alla mente i miei spensierati anni universitari, quando studiavo materie di indiscutibile utilità come Teorie e Tecniche del Linguaggio Giornalistico. Tra gli argomenti su cui noi promettenti precari di domani eravamo chiamati a indagare c’era una roba chiamata “newsmaking”, cioè i criteri di costruzione della notizia. In questa roba del newsmaking si parlava di una certa “legge di McLurg”, secondo la quale per i disastri esiste una scala graduata di notiziabilità: un europeo equivale a ventotto cinesi e due minatori gallesi equivalgono a cento pakistani.
Il quesito per solutori abili è quindi il seguente: a quanti pakistani corrispondono 10 centimetri di neve padana?

Ma visto che abbiamo deciso di concentrarci su eventi di scarsissima rilevanza mediatica, vorrei spendere due parole per ringraziare i malcapitati lettori di questo blog. Quelli assidui, quelli che commentano sempre, quelli che non commentano mai, quelli che passavo qui per caso, quelli che cuocaprecaria è il mio unico guru (occhei, questi non sono poi così tanti) e quelli che quanto mi annoio al lavoro, fammi vedere che ha scritto cuocaprecaria (e questi sono un po’ di più). A tutti va il mio grazie più sincero, vi adoro e vi auguro un 2009 niente affatto precario e molto cuoco.
Ma soprattutto vorrei rendere onore a quanti capitano su queste pagine per caso.
Chissenefrega dei pakistani, dedichiamo tutti un minuto di silenzio ad una persona che è capitata su questo blog la notte di capodanno, per la precisione alle 5.18 del primo gennaio, digitando su google: “come trovare la forza di stare a dieta”. Caro nottambulo cercatore, spero tu abbia trovato la forza e ti auguro un 2009 magrissimo. Ma dimmi: che avrai mangiato mai di così esagerato il 31 dicembre per decidere di cercare proprio quella notte, e per di più su un motore di ricerca, la forza di stare a dieta?
In attesa che l’affranto nottambulo risponda, vorrei poi omaggiare chi è arrivato qui digitando: “può una donna stufarsi della vita coniugale anni all'improvviso?”. Credo proprio di sì, e anche a te vanno i miei migliori auguri.
Comunque ragazzi, che avete combinato in queste vacanze? C’è chi ha cercato una “risposta dei nutrizionisti alla domanda: le lenticchie fanno ingrassare?” (e lascio ai nutrizionisti l’ardua sentenza), chi, pentito, il "riso in bianco contro la nausea” (va un po’ meglio oggi?) e chi addirittura si è preoccupato di “quanti grammi caffè una tazza di espresso dieta zona”, che io non conosco la dieta zona ma so per certo che il caffè non ha calorie, per cui mi sento di tranquillizzare il cercatore: una tazzulella non ha mai fatto ingrassare nessuno.
Altro che sondaggi, chi volesse sapere di cosa hanno bisogno di italiani dovrebbe indagare le loro navigazioni nel web. Allo “chef non stipendiato e senza contratto” va ovviamente tutta la mia solidarietà, mentre vorrei conoscere chi cerca su google “settantenni maggiorate” (e tanti saluti a Sofia Loren) e fare i miei più intensi auguri a chi ha cercato “per l'anno 2009 ricominciamo bene”, che non è neanche una ricerca, è una preghiera moderna, al posto dell’altarino il web.
Ma ricominciamo bene davvero, “con contabile senza contabile” come cerca qualcuno, o come vi pare come dico io. Purché bene.

NA TAZZULELLA 'E CAFE'
150 grammi di cioccolato fondente
1 tazzina di caffè ristretto
4 uova
80 grammi di zucchero a velo

Il marketing studiato a Scienze di Comunicazione a questo punto suggerirebbe di dare al pubblico quello che il pubblico, evidentemente, chiede a gran voce: ricette dietetiche, pentimento e contrizione (sulle maggiorate settantenni credo di non poter fare nulla).
Ma chissenefrega del marketing, e tiratevi un po’ su il morale con una bella mousse di cioccolato al caffè. Ecco la ricetta per quattro tazzulelle, per niente pentite e molto gustose.
Faccio sciogliere il cioccolato a bagnomaria, poi ci aggiungo il caffè caldo, mescolando bene. Lascio raffreddare e nel frattempo lavoro i tuorli con lo zucchero a velo fino a ottenere un composto spumoso e gonfio che andrò ad unire alla miscela di cioccolato e caffè ormai fredda. Alla fine aggiungo gli albumi montati a neve fermissima, mescolando con delicatezza. Divido la mousse in quattro tazzine, ricopro con un foglio di pellicola e lascio in frigo per 12 ore. Al momento di servire, crepi Sansone e tutti i nutrizionisti, aggiungo panna montata a volontà.
Una donna può stufarsi della vita coniugale all’improvviso, ma della mousse al cioccolato (e caffè) non si è mai stufato nessuno.
Se non ci credete, cercate su Google.

Playlist al caffè
Pino Daniele - Na tazzulella 'e cafe'
Domenico Modugno - O' Ccaffe'
Fabrizio De André - Don Raffaè