30.6.08

Attesissima

La pazienza è la più eroica delle virtù, giusto perché non ha nessuna apparenza d'eroico.
(Giacomo Leopardi)

Olé.
Dai, non state a brontolare, se la sono meritata. Hanno giocato bene, e sono stati ripagati dopo 44 anni di attesa. La pazienza premia.
E del resto gli spagnoli per aspettare e sperare usano lo stesso verbo, esperar. Evidentemente hanno capito meglio di noi che i due concetti viaggiano insieme. E per sperare e aspettare ci vuole necessariamente una dose consistente di pazienza. E ora si godono i risultati.

Io intanto sono in Francia, oh oui. E sempre sia lodato Ryanair.
Oggi sono cominciate le mie lunghissime “vacanze”, che è un modo carino per dire che il mio contratto è finito. Cuocaprecaria ha terminato la sua missione e, chiaro, di questi tempi nessuno mi paga per stare in ufficio a scaldare la sedia, per cui mi rimane solo da sperare che a settembre abbiano una nuova avventura da affidarmi. E quindi, pazientemente, aspetto.
Mi sento un super eroe senza portafoglio, una wonderwoman in cassa integrazione.
Ma nel frattempo mi godo la prospettiva di due mesi di totale, vacanziero, precariato. Olé.
Potete anche invidiarmi, stipendiati che non siete altro.
Almeno finché non finisco i soldi.

GAZPACH-OLÉ
Pane raffermo
Peperoni
Pomodori maturi
Cetrioli
Cipolla rossa
Aceto
Olio
Sale
Pepe

Come per vincere gli europei o per avere un nuovo contratto, anche per preparare il gazpacho ci vuole pazienza. Ma sarete ripagati. O anche pagati e basta. Speriamo.
Allora, pulisco i pomodori levando la buccia e i semi e nel frattempo lascio ad ammollare in acqua e un po' di aceto il pane raffermo. Poi frullo i pomodori con il pane strizzato, i cetrioli, la cipolla e i peperoni. Aggiungo sale e pepe, un filo d'olio e lascio a riposare in frigo almeno 3 ore.
Ve l'ho detto che ci voleva pazienza.
Quando arriverà l'agognato momento di servire il gazpacho, accompagno con pomodori, peperoni e cetrioli tagliati a quadretti e con cubetti di pane fritti.
Da gustare con un paziente sottofondo musicale.
Buona attesa.

Playlist speranzosa
Pooh – Io ti aspetteró
Carmen Consoli - La dolce attesa
Lenny Kravitz - I'll be waiting
Tony Renis - Quando quando quando

23.6.08

Rigorosi


L'arte di vincere la si impara nelle sconfitte.
(Simon Bolivar)

Sì, perdere ai rigori scoccia. Parecchio.
Ma insomma, così è la vita. E diciamolo: gli spagnoli hanno giocato un po’ meglio, e avevano più fame di vittoria. E poi avere un re e una regina che tifano per te fa la differenza, vuoi mettere. Noi invece avevamo Zidane in tribuna che gufava...
E ancora: i rigori sono un terno al lotto, ai mondiali è andata bene, ma non è mica sempre domenica.
Ora tifo per i turchi, a seguire per i tedeschi e anche un po' per gli spagnoli, non sono un tipo rancoroso.
Ma poi vinca il migliore, o il più fortunato. E basta.

Nel frattempo l’estate è deflagrata come una bomba, rischio seriamente l’ebollizione. A Trastevere persino i gatti vorrebbero trasferirsi al mare, vacillano sui sanpietrini con lo sguardo afflitto di chi ha visto giorni migliori. Neanche un topo alla griglia servito su un letto di croccantini deluxe sembrerebbe in grado di poterli consolare.
Instancabile, io proseguo invece la mia dieta lampo, tra mille tormenti e una voglia matta e disperatissima di un piatto di spaghetti alle vongole.
Sabato termina finalmente il flagello, poi le vongole non avranno più scampo.
Nel frattempo però ho scoperto che l’olio, nemico numero uno durante le diete lampo, non è sempre così indispensabile come potrebbe sembrare. Il cosciotto di pollo al forno, per esempio, viene buonissimo anche senza.
Ecco la ricetta per i dietisti dell’ultima spiaggia.

MAGRE COSCE
Cosciotto di pollo
Pomodori
Olive nere
Aglio
Rosmarino
Erbe provenzali

Semplicemente deposito il cosciotto in una teglia ricoperto di pomodori tagliati a fette, olive, rosmarino, aglio, sale e una spolverata di erbe provenzali. Ricopro il tutto con un po’ d’acqua e inforno a temperatura media per almeno trenta minuti, ma dubito che si cuocia prima di tre quarti d’ora (per me è cosi). La magia è che il polletto dentro il forno rilascia tanta acqua, per cui il vostro dietetico companatico una volta pronto sarà accompagnato da un liquidino succulento, e sarà buonissimo. Per gli oliopatici più rigorosi, segnalo che la pelle del pollo è grassa e non va mangiata. Ma se poi vi sbagliate, sappiate che è croccante e buonissima.
Accompagno la degustazione con le sonorità “oriental dub” dei Baba Zula, un gruppo turco che unisce strumenti tipici come la darbuka con atmosfere elettriche. Molto carini, e poi fanno venir voglia di ballare, così smaltite pure.
Che volevate di più, vincere gli europei?

Playlist magrissima

18.6.08

GloriaEffimera



Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo.
(Gandhi)


Menomale.
L'Italia di Donadoni è passata ai quarti di finale, eliminando una sfortunata Francia e mettendo a tacere quanti accusavano i nostri tatuatissimi campioni del mondo di essere una squadra di bamboccioni.
Personalmente mi sento sollevata. Abbiamo sfiorato lo psicodramma nazionale, con i giornalisti intenti a dipingere tetri scenari di congiure fra arbitri corrotti, allenatori incapaci e giocatori fanfaroni.
Invece siamo ancora in ballo e possiamo continuare a gongolare, almeno fino alla sfida di domenica con la Spagna, dove i bamboccioni avranno bisogno di tutta la loro fortuna.
Così è l'Italia comunque, 57.634.000 commissari tecnici pronti a salire sul carro del vincitore, ma altrettanto pronti a scenderne quando le cose si mettono male.
Per il momento godiamoci la gloria, il sole splende sul calcio italiano, e su Roma, che finalmente assomiglia un po' di più ad una città d'estate.

Io sono alla prese con una dieta lampo, di quelle che in una settimana promettono miracoli, quasi come le imprese calcistiche dei bamboccioni…
Vediamo chi arriva fino alle semifinali.
Cuocaprecaria – rotolini: 3 – 0
Che ve ne pare?

ROTOLINI VITTORIOSI
Bresaola a fette
Rucola
Olio
Limone
Sale
Pepe

Mangiare rotolini per eliminare i rotolini è meglio di una cura omeopatica, praticamente lo stesso principio delle vaccinazioni.
La bresaola è il vaccino più diffuso contro le cicce, provare per credere.
Semplicemente preparo una vinaigrette con l'olio e il limone, ci condisco la rucola e poi metto tutto dentro le fettine di bresaola, che chiudo con uno stuzzicadenti, cospargo con una grattugiata di pepe e mangio.
E che vinca il migliore!

12.6.08

TantoPe'



A Roma tutti sanno cosa succede, ma non lo capisce nessuno.
(Luigi Barzini Jr)





“Grazie per il ruolo che responsabilmente e coraggiosamente hai assunto e hai saputo mantenere come leader del paese più importante del mondo".

Queste le parole che l’emozionato Berlusconi ha rivolto a Bush alla fine della conferenza stampa congiunta dei due illustrissimi statisti, dopo che il presidente degli Usa aveva scorrazzato tutto il giorno per la blindata Città Eterna, tra rombi di elicotteri e sirene, con grande gioia dei romani.
Mentre scrivo questo post i due sono ora a cena a Villa Madama: nel menu insalata caprese, pennette tricolore, tagliata di filetto di chianina e formaggi. Il Giorgione del Connecticut non sarà certo un palato raffinato, ma le portate mi sembrano quantomeno banali.
Io gli avrei fatto provate i rigatoni alla pajata, che dopo un piatto così ti passa la voglia di bombardare l’Iraq. O le puntarelle con le alici, che certe cose mica le trovi a Washington.
E al posto di Apicella, che ovviamente sarà presente alla cena per allietare i commensali con brani tratti dai testi di Silvio Berlusconi, avrei proposto un repertorio di canzoni romane.
Sei venuto a Roma caro George, mica una città qualunque.

E del resto già cinquant’anni fa un profetico Claudio Villa così cantava:
E tu Roma mia, senza nostargia, segui la modernità.
Fai la progressista, l'universalista.
Dichi ok... hello... thank you... ya,ya
Vecchia Roma sotto la luna nun canti più

Li stornelli, le serenate de gioventù
Er progresso t'ha fatto granne ma stà città
Nun è quella 'ndò se viveva tant'anni fa
Più nun vanno l' innammorati pè Lungotevere
A rubbasse li baci a mille lì sotto l'arberi
Cò li sogni sfojati all'ombra de un cielo blusò ricordi der tempo bello che nun c'è più...

PUNTARELLE MADE IN ROME
Puntarelle
Filetti di acciughe dissalate
Olio
Aglio
Sale
Pepe
Limone

La puntarella, my dear George, è il germoglio della cicoria, un ricciolo verde chiaro che trovi solo a Roma. Se decidi di farti una cenetta romana come si deve, sappi che non è facile pulire la cicoria per ricavarne le puntarelle, ma al mercato vai tranquillo che le trovi già pronte e lavate.
Questa non è stagione di puntarelle, ma appuntatati la ricetta, che quando andrai in pensione hai voglia di tempo per cucinare…
Devi preparare la salsina, be careful al procedimento: metti nel mortaio (tanto abbiamo detto che il tempo non ti manca) qualche spicchio d’aglio e qualche filetto d’acciuga con delle gocce di limone. Pesta che ti ripesta otterrai una poltiglia, a quel punto aggiungi l’olio a filo. Per ultimo metti sale e pepe. A questo punto it’s ready, unisci la salsina alle puntarelle, dai una bella mescolata e you eat l’insalata cantando pè fà la vita meno amara, me sò accomprato 'sta chitara, e quanno er sole scenne e more, me sento 'n core cantatore...
Vuoi mettere con le pennette tricolori?!?

Playlist der fontanone

Claudio Villa – Vecchia Roma
Ettore Petrolini – Tanto pe’ canta’

5.6.08

IlluminateIdee



La bellezza delle cose esiste nella mente che le contempla.
(David Hume)

Io gli uomini li capisco.
Voglio dire, capisco le loro difficoltà.
Non deve essere facile avere a che fare con le donne.
Valle a capire, sempre in lotta con il tempo e con la forza di gravità. E ti credo che poi sono nervose.

Ragione e sentimento, ecco l'eterno dualismo, schizofrenia femminile che trova la sua più compiuta espressione all'interno dei templi della bellezza moderna, le profumerie.
Una volta superati i 15 anni, ogni signorina raggiunge la granitica conclusione che quanto promesso da creme, shampoo, e altre mirabilia è solo una chimera. Niente renderà mai davvero la pelle morbida come la seta, i capelli lisci come canne di bamboo e la bocca carnosa come albicocche mature. Impariamo che quello che ci ha assegnato madre natura ce lo porteremo dietro tutta la vita, e solo pochissime, precarie, migliorie sono possibili, mentre i peggioramenti, ahinoi, sono piuttosto inevitabili, proprio come lo scorrere del tempo.

Eppure ci caschiamo ogni volta. Varchiamo la soglia della profumeria col passo sicuro di chi non si fa più fregare, siamo qui solo per comprare un balsamo, uno qualunque, non abbiamo tempo da perdere, noi. Mentre scrutiamo gli scaffali, una scatola particolarmente lucente, guarda caso una delle più costose, attira la nostra attenzione. Esaminiamo, odoriamo e soppesiamo la confezione dell'unguento miracoloso, ma sappiamo perfettamente che quel balsamo NON darà l'effetto luce che promette e una voce dentro di noi continua a ripetere: le solite cretinate.
Ma poi, nell'eterna lotta tra istinto e razionalità, tra sperpero e precariato, all'improvviso, senza una vera ragione, cediamo, convinte che quella sia la volta buona. Messo a tacere il nostro saggio grillo parlante, ci dirigiamo spavalde alla cassa e paghiamo con la confortante certezza che la costosa cremina possiede quell'ingrediente miracoloso che cambierà per sempre i nostri orizzonti tricologici e che ce ne andremo in giro con fluenti capigliature soffuse di bagliori irresistibili, praticamente un’areola che ci renderà delle vere sventole, ma con un tocco di santità.
Al primo utilizzo il portentoso balsamo si rivelerà poi uguale a tutti gli altri, e andrà a rimpinguare l'arsenale di prodotti di bellezza di cui è strapieno ogni bagno femminile del mondo.
E così via all'infinito, in uno sperpero di risorse economiche e di speranze in frantumi che prosegue lineare fino ai 90 anni.

Poi ci sono le mode, che ci illudono per qualche stagione prima di abbandonarci al nostro crespo, screpolato destino.
Gli anni 80, per esempio, sono stati segnati inequivocabilmente da alcuni prodigiosi prodotti, poi misteriosamente dimenticati dalla cosmetica mondiale. Basti citare l'onnipresente midollo di bue, che avrebbe dovuto far scintillare le nostre bizzose criniere, costretto all'oblio dal dilagare della mucca pazza. E l'olio di jojoba? Era l'elisir di lunga vita, peccato solo che nessuno sappia che forma abbia questa pianta(?) e che la sua gloria non sia sopravvissuta fino al nuovo millennio.
Gli anni 90 poi volevano stupirci, le profumerie all’improvviso pullulavano di creme corpo alla vaniglia, zucchero filato, creme caramel e altre diabetiche delizie, con il risultato che salire in autobus era come entrare in una pasticceria, peccato che a volte i dolcetti fossero scaduti…
Il duemila è il millenio dell'aloa vera, che rassoda la pelle, manda via le rughe e tutti i guai, e delle Parole Magiche, che ci ipnotizzano, rendendoci incapaci di intendere e volere.
Per esempio: prendete una donna e ditele che un qualunque intruglio ha effetti drenanti. Lo comprerà seduta stante, perché quelle 8 letterine evocano il bonifico delle pianure pontine, gli spurganti per lavandini, una piscina senz’acqua.
Abbiamo l’ossessione dell’acqua, ne beviamo a litrate perché fa bene, ma poi dobbiamo drenarla, perché espellerla fa ancora meglio.
Per motivi analoghi, sono da considerarsi magiche, e quindi te le ritrovi su qualunque cosmetico in commercio, anche le seguenti parole: rivitalizzante, elasticizzante, esfoliante, rassodante, volumizzante, lisciante, illuminante.
Lisce, elastiche e assolutamente irresistibili, continuiamo a crederci.
Un mondo migliore è sempre possibile, no?

SPAGHETTI YES WE CAN
Spaghetti taumaturgici
Pomodorini incredibili
Aglio straordinario
Olio vellutante
Pan grattato esfoliante
Prezzemolo rivitalizzante

Visto che abbocchiamo proprio a tutto, perché non credere che questi spaghetti abbiano proprietà drenanti? Secondo me sono anche volumizzanti, rivitalizzanti lo sono sicuramente.
Taglio a metà i pomodorini e li metto in una teglia con olio, aglio e sale. Prima di infornare a 200° aggiungo un po’ d’acqua e li cospargo di pan grattato. Quando i pomodorini cominciano a diventare morbidi (ci vuole circa un quarto d'ora) cuocio gli spaghetti al dente, poi scolo e li aggiungo alla teglia, mescolo, spolvero di prezzemolo e lascio insaporire qualche istante prima di servire.
Non vi sentite già meglio?

Reading list illuminante
Jane Austen - Ragione e sentimento
Barbara Di Meo – Voglio i capelli lisci!
Giulio Cesare Giacobbe - Come diventare bella, ricca e stronza
Pulsatilla – La ballata delle prugne secche