21.3.08

Ufficio&Nuvole











Così parlò Rob:
21/27 marzo 2008
Ariete - Secondo la Bibbia bisognerebbe uccidere gli adulteri, gli omosessuali e le spose che non sono vergini. Ti prego di non fare niente di simile. Il buon libro dice anche che si possono picchiare i servi, sempre che non si esageri finendo per ucciderli. Per favore, ignora anche questo consiglio. E non circoncidere il tuo cuore, come suggerisce il profeta Geremia. È il momento, Ariete, di liberarti da una serie di assurdità insidiose che si sono infiltrate nel tuo cervello quando, da giovane, sei entrato in contatto con libri superati, tradizioni stantie o teorie e insegnamenti sommari. Cerca ispirazione in una saggezza più fresca.

Fedele ai precetti, inizio il primo giorno di primavera (ancora travestita da autunno) cercando saggezze più fresche cui ispirarmi.
Intanto sono ancora in mare aperto, navigo a vista tra l’ansia da prestazione e la claustrofobia da scrivania. Ogni tanto sembra di scorgere la terraferma, ma è un’isola che non c’è. Poi la strada la trovi da te, porta all'isola che non c'è.
Aspettando la strada, si farà Pasqua: colombe, uova di cioccolato, salame. Siamo tutti i pronti. La quaresima è stata lunga.
Sono le 16.05, mi guardo intorno circospetta nel mio precario ufficio cercando il momento più adatto a sgattaiolare via, e ho già fame.
In questi giorni mangerei in continuazione. Sarà lo stress, sarà la primavera, sarà la fame. Ora per esempio mangerei un guacamole, con i piedi sulla scrivania e leggendo il giornale.
Non farò purtroppo nessuna delle tre cose, farò solo finta di lavorare ancora un po'. Che noia.
Con la faccia seria, fisso il mio monitor mentre scrivo queste righe rubate alle attività imprecisate che dovrei fare, quelle per cui qualche sprovveduto ha deciso di pagarmi alcuni mesi di contratto.
Oramai solo cuocaprecaria è un’isola di pace, libertà!
Chi song'io, ce cammine 'mmiezo 'a via, parlanno 'e libertà.

GUACAMOLLEZZA
Avocado
Cipolla
Aglio
Pomodoro
Coriandolo fresco (oppure prezzemolo)
Chili
Sale
Pepe

Mentre la fame fa a gara con la noia, sublimo il mio desiderio di mangiare/fuggire scrivendo la ricetta del guacamole, sognando come sempre messico e nuvole. Invece qui Roma nord, pioggia e l’ennesimo caffè della macchinetta.
Ma i sogni , come la libertà, non hanno prezzo: ecco quindi l’onirica ricetta del delizioso piatto messicano.
Prendo un avocado abbastanza grande, lo sbuccio e lo taglio a pezzi. Deve essere maturo e morbido. In un’insalatiera lo mescolo all’aglio e alla cipolla tritati finemente e ai tocchetti di pomodoro. L’avocado deve risultare quasi schiacciato. Poi unisco il coriandolo fresco, o se non ce l’ho il prezzemolo, sale, pepe e chili. Non rimane che mangiarlo. O limitarsi a sognarlo.

Playlist dei sognatori
Edoardo Bennato - L'isola che non c'è
Pino Daniele - Libertà

16.3.08

TelegrammaPrecario


Non tutto è per sempre.
Neanche i 30 anni.
Tra meno di un mese compirò 31.
Succede.
Ma a volte scoccia.
Tra una settimana è pasqua.
La primavera non si è più fatta sentire, aspetto sue notizie.
Il lavoro procede, tra affari e affanni.
Vorrei uno sguardo nuovo.
Vorrei un palpito di cuore.
Aspetterò.

RAPIDO E AFFUMICATO
Prugne secche snocciolate
Pancetta affumicata tagliata a fette sottili

Se non avete voglia di scrivere, come me oggi, non avrete probabilmente neanche voglia di cucinare. Questo aperitivo non richiede impegno. Me lo cucinò infatti un ragazzo che di impegnarsi non aveva nessuna voglia, o fingeva di non averne.

Dedico questi involtini ai disimpegnati. E a chi aspetta nuovi palpiti.

Taglio a listarelle le fette di pancetta affumicata. Avvolgo ogni prugna nelle striscioline di pancetta e fermo l’involtino ottenuto con uno stuzzicadenti.
Poi inforno il tutto a 200° per una decina di minuti.
Mangio rapidamente, e scappo via.

9.3.08

SìCertoChiaro

Facile essere coraggiosi, a distanza di sicurezza.
(Esopo)

Ogni cuoca precaria è bella a mamma sua. Mia madre oramai è l’unica che reclama nuovi post.
Gli amici, dopo i primi entusiasmi, hanno presto scordato le mie avventure digitali.
Io stessa mi dimentico di me, mi cerco tra le nuove vicissitudini di questi giorni frementi e mi scordo di dare il mio contributo alla gastronomia mondiale e alle castronerie internettiane.
Il resto del mondo giustamente mi ignora, ora come prima.
Ma come resistere alle pressioni di mammà?
Ecco quindi il nuovo post, diario di bordo di una precaria stravolta.

Non ci sto capendo niente, e devo far finta di avere tutto sotto controllo. O forse capisco, ma l’ansia da prestazione mi offusca il cervello. Tornare a lavorare è sempre traumatico, e tornare a imparare cose nuove lo è ancora di più.
Adesso rimpiango quei giorni di nulla, quell’orizzonte desolato che riempivo di smarrimento.
Non era mica così brutto invece. Non lavorare ha tanti pregi.
Solo che ogni tanto tocca tornare tra i comuni mortali e salire sul solito tran tran, destinazione stipendio.
Comunque in fondo sono tranquilla, non durerà.
Il precariato non lo scacci via con il primo lavoro che passa.
Tornerò presto, tra i fornelli e fuori.

Nel frattempo mi destreggio tra le cose che non so fare, e la finzione di saperle fare. Non ho mai detto così tante volte in un giorno “sì, certo, chiaro”, tutto di fila, in un solo respiro. Lo ripeto ossessivamente a chiunque mi rivolga la parola, ostentando sicurezza. Rispondo così anche a chi mi chiede che ore sono; come ti chiami; perché continui a ripetere sì, certo, chiaro; ti senti bene cara ragazza? Sì, certo, chiaro.
Sono belle giornate.

Ma l’avvenire è roseo, lo so.
Quando perderò per sempre il mio ottimismo chiuderò questo blog. Per ora è tutto ok.

Sì, certo, chiaro.

BEVIAMOCI SU
Cachaça
Lime
Zucchero di canna

L’ansia ti chiude lo stomaco. Ma con la salivazione a zero ti viene una gran sete. Meglio farsi un bicchierino, e non pensarci più.
Non sono una grande bevitrice di superalcolici e di cocktail, sono una tipa da vino, quando serve, e un’instancabile sostenitrice della birra. Ma riconoscono che ogni tanto ci vuole qualcosa di forte.
Non posso però neanche attaccarmi al whisky, altrimenti la mattina dopo non mi alzerei in tempo per andare al lavoro, o più probabilmente non mi alzerei proprio.
Meglio una caipirinha, da sorseggiare come fossimo a Rio (sì, certo, chiaro) cantando O que será que me dá, que me bole por dentro…
Che sarà che mi accade, che mi agita?
Mentre cerco la risposta, trito il ghiaccio. In un bicchiere intanto metto il lime e lo zucchero di canna. Pesto tutto con il pito, il pestello da cocktail, e aggiungo il ghiaccio tritato e la cachaça.
Va già meglio, per ora.

Playlist sicura
Chico Buarque - O que será

2.3.08

EntrareDiTesta




Non voglio raggiungere l'immortalità con il mio lavoro. Voglio arrivarci non morendo.
(Woody Allen)

Alla fine anche marzo è arrivato.
I cambiamenti ci sono, travolgenti come sempre.
Fortuna che c’è anche il mio incoraggiante oroscopo:
Qual è il contrario di uscire di testa? Chiamiamolo "entrare di testa". Credo che tu ti stia avvicinando a questo stato, Ariete. Avrai infatti a disposizione tutta l'intensità di un attacco isterico, che ti permetterà di esprimerti in modo sorprendentemente aggraziato. Il tempo sembrerà dilatarsi mentre scivolerai verso una sensazione di totale relax che ti porterà a intuizioni esuberanti e utili.

Per ora ho più isterismo che grazia, ma sono fiduciosa, o almeno ci provo.
Certo è difficile: ogni volta che comincio un nuovo lavoro ci vengo catapultata dentro senza nessun garbo, come un kamikaze proiettato verso un massacro di responsabilità. Al posto delle 70 vergini mi aspettano in paradiso 70 denari, più o meno. Ma dovrò sudarmeli uno per uno.
E io la notte sogno un capo che mi spieghi cosa devo fare, sogno la “formazione on the job”, l’affiancamento, un inserimento graduale in una nuova realtà lavorativa.
Il risveglio è sempre uguale, ma in ufficio diverso. “Cara cuoca precaria, ti lascio totale autonomia, decidi tu come muoverti. C’è da fare questo entro questa data, e non farmi perdere tempo a spiegarti come si fa. Sbrigati, e intanto socializza con i nuovi colleghi, trovati una postazione, organizzati il lavoro, capisci i meccanismi interni, inventati nuove competenze. Tutto chiaro, no?”.
Chiarissimo. Lapalissiano.
Che fatica.

A me rimane solo più tempo per pensare che a 25 anni ero più entusiasta. Carica di aspettative, trotterellavo verso un nuovo incarico ansiosa di dimostrare quant’ero brava.
5 anni e 5 uffici dopo, sono sicuramente più brava di prima, ma la prospettiva di un nuovo lavoro non mi eccita più, semmai mi fiacca.
Forse ho meno voglia di svelare al mondo tutto il mio inesauribile multitaskinaggio.
Forse ho solo più paure. E più voglia di altro.
C’è tanto orizzonte dietro quella scrivania.

Ma scusate se mugugno. È l’ansia degli inizi.
Certo che rimpiango la precarietà, che domande.
Ma ora vado, è domenica e ho un po’ di lavoro da fare. Un ottimo motivo per dimostrare quanto sono brava…

POMODORO BEI VECCHI TEMPI
Pomodori rossi e verdi
Aglio
Basilico
Olio

L’insalata di pomodoro è semplice. Non ha ansie da prestazione. Non richiede grande impegno. Non rimanda i pagamenti. È buona e basta.
L’aglio dicono riduca il rischio di infarto. Se state iniziando un nuovo lavoro avrete certo qualche batticuore in più, quindi fregatevene dell’alito e consumate molto aglio. Non sia mai che per 70 denari vi tocchi diventare ipertesi. Comunque per non appestare il vostro nuovo ufficio prima di consumare l’aglio potete provare a togliergli l’anima, questo lo rende più digeribile e, forse, meno puzzolente.
Per questa bella insalata basta tagliare a fette i pomodori e l’aglio e condire con olio, sale e tanto basilico fresco. Tutti gli ingredienti devono essere di prima qualità, sennò non viene così buona.
Una volta mangiata l’insalata nel vostro piatto rimarrà un delizioso sughetto, perciò tenete a portata di mano del pane e scarpettate il tutto senza timidezze.
Buon lavoro.